
Aspri scontri nella campagna del 1848
Firenze, 29 maggio 2022 - Nel contesto della prima Guerra d’Indipendenza italiana, la battaglia di Curtatone e Montanara, che si è combattuta il 29 maggio 1848, e che vide contrapposte le nostre truppe contro quelle asburgiche, è passata alla storia perché i combattenti toscani e napoletani, pur essendo molto inferiori di numero rispetto ai nemici, seppero tenere testa gli austriaci del federmaresciallo Radetzky.
Erano pochi, giovani, alcuni di loro erano studenti e volontari, dunque non esperti e neppure addestrati militarmente. E come se non bastasse anche male equipaggiati e con poche armi a disposizione. Ma nonostante questi pesanti svantaggi, solo grazie al loro valore e alla forza di volontà, respinsero numerosi assalti nemici prima di venire sopraffatti. Per questi motivi quella di Curtatone e Montanara rappresenta una tra le battaglie più simboliche dell’epoca.
Il Risorgimento ebbe come esito naturale l’unificazione d’Italia. Ad essa si arrivò dunque dopo lunghi anni di guerre e tensioni con l’Austria, di polemiche interne al fronte risorgimentale, di sottili giochi diplomatici da parte dello statista piemontese Camillo Benso conte di Cavour. Il lungo cammino verso l’ambita meta iniziò nel 1848, quando gli Stati italiani trascinati dal re di Sardegna Carlo Alberto e dalla pressione dell’opinione pubblica, si coalizzarono contro l’Austria nella prima Guerra di Indipendenza, con l’intento di scacciarla dal Lombardo-Veneto. Ma fu un’alleanza poco compatta che si squagliò come neve al sole.
Anche dalla Toscana, dallo Stato Pontificio e da Napoli giunsero reparti di volontari e truppe regolari inviate dai sovrani d’Italia, spinti da manifestazioni popolari scoppiate un po’ ovunque. Grazie anche all’aiuto di questi volontari che si unì a quello dei rivoltosi lombardi e veneti, in una prima fase della guerra l’esercito piemontese riuscì a conseguire alcune vittorie sugli austriaci: a Curtatone, Montanara, Goito e Peschiera. Sull’onda di questi successi i governi provvisori formatisi a Milano, Venezia e Modena decretarono l’annessione al Regno di Sardegna. Ma ben presto l’esercito austriaco inflisse due pesanti sconfitte ai piemontesi: nel 1848 a Custoza e nel 1849, dopo un anno di armistizio, a Novara. In seguito a tale disfatta Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II e si ritirò nella città portoghese di Oporto, dove sarebbe morto dopo pochi mesi. Intanto le truppe austriache rioccuparono con la forza la Lombardia.
Vittorio Emanuele II invece ebbe fortuna migliore: grazie all’acume politico di Cavour, all’abilità militare e al patriottismo di Garibaldi e dei suoi uomini, e all’incessante opera di Mazzini che si rivelò abile stratega, il 17 marzo 1861 venne incoronato re d’Italia.
Nasce oggi
Gilbert Keith Chesterton nato il 29 maggio 1874 a Kensington, Londra. Scrittore e giornalista britannico, la sua fama è legata ai romanzi e ai racconti polizieschi di cui è protagonista il sacerdote detective Padre Brown. Ha scritto: “Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perché raccontano che i draghi esistono, ma anche perché affermano che si possono sconfiggere”.
Maurizio Costanzo