LUIGI CAROPPO
Cronaca
Editoriale

Da eroi a vittime, cittadini senza memoria

Luigi Caroppo

Luigi Caroppo

​Firenze, 12 aprile 2025 – Bisognerebbe avere sempre a mente la motivazione per cui l’altro giorno il Presidente Mattarella ha voluto ricordare la dottoressa Barbara Capovani, consegnando le Medaglie al merito della Sanità pubblica. Si legge nella motivazione: “Psichiatra dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, aggredita e uccisa da un suo ex paziente che nutriva rancori verso di lei. Una passione, quella della psichiatria, in cui aveva sempre creduto e dato tutta se stessa, con un’attenzione particolare ai meno fortunati. Non ha mai agito per interesse personale, ma solo ed esclusivamente con l’obiettivo di fare stare bene i suoi pazienti”.

Si vuol tramandare la memoria di chi ha speso la sua vita professionale al servizio degli altri. Nel settore pubblico perché lei credeva fermamente nel valore universalistico della sanità che deve arrivare a tutti (non solo a chi può curarsi pagando, semmai scegliendo lo specialista a cui rivolgersi) avendo come obiettivo il miglioramento della salute di ogni paziente che seguiva. L’esatto specchio della missione di un medico. Mettere a disposizione il suo sapere per tutti, lavorando spesso in condizioni difficili perché le richieste sono tante e il personale scarseggia così come è precario il legame tra Unità specialistiche e territorio, come ad esempio i medici di famiglia. Come la dottoressa Capovani ci sono migliaia di operatori sanitari che hanno scelto la professione come servizio. A loro deve andare il nostro più profondo rispetto: sono passati cinque anni dalla pandemia, da quando mettevamo i manifesti per ringraziare medici, infermieri, operatori sociosanitari. Com’è possibile che ci siamo scordati di chi usciva dal reparto con i segni sul corpo del lavoro senza fine e com’è possibile che non abbiamo di fronte l’esempio di medici che hanno messo a disposizione il loro lavoro, come la dottoressa Capovani, per il benessere di tutti?