Firenze, 29 agosto 2021 - Un sottile filo collega Herat, Roma e Firenze, strette intorno alle vicende delle giovani calciatrici afghane, fresche vincitrici del loro campionato, in fuga dagli orrori della loro terra. Erano rimaste in quattro, giovani e nubili, a non essere riuscite a scappare in Iran come tante delle loro compagne di squadra, ma in tanti si sono mossi in loro soccorso. Uno dei primi è stato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che si è dichiarato pronto ad accogliere le giocatrici dell’Herat in territorio toscano.
Anche la Fifa ha deciso di intervenire, la più grande organizzazione mondiale per quel riguarda il pallone ha iniziato a muovere le proprie pedine, cercando di aiutare concretamente le calciatrici. Nemmeno la Figc è rimasta a guardare, continuando a legare sempre più a doppio filo la storia del calcio azzurro con la città di Firenze. Perché è proprio in riva all’Arno che sorge il più grande e importante centro federale, a Coverciano, che recentemente la Federazione aveva adibito a albergo Covid, e che è stato individuato come possibile casa delle ragazze di Herat.
La volontà di accogliere le calciatrici, da parte di Gabriele Gravina e il mondo del calio italiano, è stata forte fin da subito, anche se non mancano le difficoltà organizzative. Martedì sarà il giorno giusto per capire meglio la situazione, con il presidente che incontrerà a Firenze il sindaco Dario Nardella, in modo organizzare il futuro delle calciatrici e delle loro famiglie. Venerdì sono riuscite ad atterrare a Roma insieme all’allenatore della squadra. Adesso le attendono 10 giorni di quarantena, prima di poter trovare, finalmente, una nuova casa. Iacopo Nathan