
Il cenotafio di Dante in Santa Croce
Firenze, 15 marzo 2021 – Restauratori al lavoro sul cenotafio di Dante a Santa Croce, il "tempio dell'itale glorie". Così definì la basilica Ugo Foscolo, in quanto custode delle tombe di importanti artisti, letterati, politici, scienziati che hanno dato lustro all'Italia e che sono stati qui sepolti. All'interno del luogo sacro, al centro della navata di destra, spicca il cenotafio di Dante, ossia la tomba vuota, dal momento che il corpo del Sommo Poeta riposa nel mausoleo, un tempietto in stile neoclassico, presso la basilica di S. Francesco a Ravenna. Il restauro è promosso dall'Opera di Santa Croce.
I restauratori stanno ripulendo il cenotafio per l’appuntamento del 25 marzo, quando il divin poeta a 700 anni dalla sua morte sarà ricordato con una celebrazione in basilica. Il monumento ha subito i danni dell’alluvione del ’66, di cui porta i segni nonostante la manutenzione periodica. “Questo elemento – spiega Eleonora Mazzocchi - deve essere tenuto molto in considerazione durante il restauro, per trovare la giusta misura la giusta traccia di pulitura per mantenere un effetto coerente con tutto l’insieme del monumento”. L’obiettivo di questo lavoro è sì restaurare il monumento, ma senza che la pulitura cancelli del tutto i segni del tempo. Certo, alcune tracce come quelle di limo dell’alluvione o i pennarelli dei visitatori che hanno lasciato un oltraggioso ricordo, sono state cancellate attraverso l’impiego del laser. “Parte della superficie viene rimossa, ma noi possiamo scegliere attraverso l’utilizzo del laser, il livello più corretto di rimozione: l’obiettivo è quello di conservare le patine superficiali originarie del marmo di Carrara”.
Anche le dorature sono state rifatte: è stata consolidata la doratura esistente e il sottile strato di gesso sottostante, e le lettere sono state ricoperte con sottilissime foglie d’oro con la tecnica utilizzata nell’Ottocento. L'imponente opera fu realizzata nel 1829 dallo scultore Stefano Ricci, esponente della corrente neoclassica. Egli si era formato all'Accademia di Belle Arti di Firenze, divenendone successivamente insegnante di scultura. L'artista raffigurò il poeta seduto e pensieroso, sotto di lui le parole tratte dalla Divina Commedia: "Onorate l'altissimo poeta". A sinistra, la personificazione dell'Italia, a destra la Poesia, che appoggiata alla tomba regge una corona d'alloro, simbolo di sapienza e di gloria, ed affranta piange per la perdita del Sommo Poeta. Il prossimo 25 marzo, nell'ambito delle celebrazioni dantesche organizzate dalla città di Firenze, sarà inaugurato il restauro del monumento, per rendere doveroso omaggio ad uno dei suoi più grandi figli, destinato a restare per sempre nella memoria degli uomini.
Maurizio Costanzo