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Cronaca

Decreto Piantedosi, Confesercenti e Confcommercio: “La sicurezza non è responsabilità dei commercianti”

Le associazioni di categoria alzano la voce contro il nuovo decreto: "Siamo pronti a collaborare, ma non possiamo certo sostituirci alle forze dell’ordine"

Un bar

Un bar

Firenze, 28 gennaio 2025 – “Di fronte a questo scaricabarile non possiamo tacere”. Le associazioni di categoria alzano la voce contro il nuovo decreto del ministero dell'Interno Piantedosi, che impone ai pubblici esercizi nuovi obblighi per la gestione della sicurezza urbana nelle aree vicine ai locali. Confesercenti e Confcommercio denunciano un ingiusto scarico di responsabilità sugli esercenti, chiamati a farsi carico di misure che, secondo loro, spetterebbero allo Stato e alle forze dell'ordine.

Aldo Cursano, vicepresidente vicario nazionale di Fipe-Confcommercio e presidente di Confcommercio Toscana, esprime tutta la sua contrarietà: "Attribuire ai pubblici esercizi responsabilità proprie delle forze dell'ordine significa non solo scaricare il problema della sicurezza urbana su chi già opera con difficoltà, ma anche generalizzare, senza considerare le specificità delle diverse attività". Il decreto, secondo Cursano, equipara ristoranti, pizzerie, pasticcerie e bar a locali notturni, ignorando le loro diverse funzioni e realtà operative. "Non possiamo accettare che venga chiuso un locale solo perché all'esterno accadono episodi criminosi, a cui il titolare è estraneo. Sarebbe come chiudere una scuola perché c'è spaccio nei dintorni o una stazione ferroviaria perché avvengono reati in zona".

Anche Franco Brogi, presidente regionale di Fiepet Confesercenti Toscana, si unisce alle critiche: "Le nuove linee guida rischiano di costituire ulteriori oneri per gli esercenti, già impegnati quotidianamente ad evitare situazioni di pericolo e a denunciarle alle forze dell'ordine". Brogi sottolinea anche la vaghezza del decreto e le difficoltà pratiche per chi dovrà applicarlo: "Nella circolare si fa riferimento al comportamento dell'avventore modello, ma cosa significa concretamente? Poi si parla di non introdurre armi nei locali: dovremo affiggere cartelli? E che tipo di cartelli? Gli uffici di Confesercenti non hanno ancora risposte in merito".

Uno dei punti più contestati riguarda l'obbligo di installare sistemi di videosorveglianza e di illuminare le aree circostanti i locali. "Se una persona ha un bar vicino a una piazza frequentata da spacciatori, deve essere lui a farli smettere o a mandarli via? Questo per noi è inaccettabile”, attacca Brogi, evidenziando il rischio di trasformare gli esercenti in agenti di pubblica sicurezza. "Collaborare è un dovere, ma non possiamo sostituirci alle forze dell'ordine. Serve un maggiore impegno dello Stato per garantire la sicurezza urbana senza scaricare oneri e responsabilità sui privati".

Confesercenti e Confcommercio chiedono pertanto una revisione del decreto in modo da distinguere tra locali diurni e notturni e da stabilire protocolli di sicurezza territoriali in collaborazione con prefetti e istituzioni. "Siamo pronti a collaborare, ma la sicurezza delle città è responsabilità dello Stato e tale deve rimanere", conclude Cursano.