Firenze, 12 luglio 2023 - “Il sedicenne che ad Arezzo ha salvato una persona grazie al defibrillatore ha fatto una cosa bellissima. Non ci stupisce che la splendida notizia arrivi proprio da quella città, la più cardio-protetta d’Italia”. A parlare è Luigi Vizia, istruttore Blsd, supporto delle funzioni vitali di base ed uso del defibrillatore.
Il defibrillatore può essere usato anche da chi non ha svolto corsi?
“Certamente. Si tratta di uno strumento di libero uso dal 2021. Tutti, in caso di emergenza, possono usarne uno pubblico. Appena ci troviamo di fronte ad una persona che ha un malore, bisogna chiamare il numero unico 112. Saranno gli operatori a dirci dove si trova il defibrillatore più vicino ed a guidarci nelle operazioni di salvataggio della persona. Allo stesso tempo, partiranno ovviamente i soccorsi. L’uso del defibrillatore è semplicissimo. Tutte le persone dovrebbero seguire un corso di primo soccorso e la politica dovrebbe intervenire affinché i defibrillatori diventino davvero una presenza abituale lungo le nostre strade”.
Come funziona?
“Per accenderlo, basta premere un tasto o sollevare un coperchio. Appena acceso, il defibrillatore parla e ci spiega le operazioni da fare: dice di posizionare delle piastre, gli elettrodi, sul torace e, a quel punto, la macchina fa un’analisi per dire se la persona va defibrillata oppure no. Insomma, va erogato lo shock o non è necessario? Se lo è, un bottone rosso lampeggia. E spesso è accompagnato da un fischio. A quel punto la macchina è pronta per erogare la scarica. Bisogna dunque premete il bottone stando lontani dal paziente, facendo massima attenzione a non toccarlo. Ci sono addirittura dei defibrillatori moderni che, una volta posizionate le piastre, danno automaticamente la scarica, se necessario, senza pigiare il bottone. Davvero, si tratta di macchinari semplicissimi, di libero uso, che non possono far danni. Sono concepiti per essere utilizzati da persone non esperte”.
In casi come quelli di Arezzo, la rapidità è tutto.
“Le linee guida scientifiche ci dicono che la sopravvivenza della persona diminuisce del 10% per ogni minuto che passa senza effettuare un massaggio cardiaco. L’uso immediato del defibrillatore può triplicare le probabilità di sopravvivenza. Va usato il prima possibile. Per questo è importante avere tanti defibrillatori. Arezzo ne ha un migliaio. E non a caso vanta una sopravvivenza superiore al 40%. La prima città in questo senso è Piacenza, la più cardio-protetta d’Italia. Insomma, quando vediamo che una persona vicino a noi ha un malore, bisogna subito chiamare il 112, utilizzare il defibrillatore secondo le istruzioni della macchina e la guida dell’operatore ed iniziare subito il massaggio cardiaco, con una mano al centro del torace e l’altra sovrapposta. Bisogna fare compressioni toraciche in attesa dei soccorsi”.