LISA CIARDI
Cronaca

Delfini, che meraviglia. A bordo di Mary G le bellezze dell’arcipelago toscano

Al largo dell’Isola d’Elba con la barca a vela del Centro ricerca cetacei. Guidati da Martina e Sophia: “Sappiamo dov’è più facile incontrarli, andiamo lì”

Isola d’Elba (Livorno), 3 settembre 2024 – A volte dall’acqua spunta una pinna nota. Come quella di “Novantacinque”, con la sua inconfondibile cicatrice. Altre volte, fra le onde dell’Isola d’Elba, ma anche di Capraia e dintorni, appaiono cuccioli nati da poco o delfini ancora non censiti. Per non parlare della (rara) fortuna di avvistare un capodoglio o una balenottera.

Succede navigando con Mary G, la barca a vela del Centro Ricerca Cetacei dell’Isola d’Elba, nato nel 2003 da un’idea di Micaela Bacchetta (fondatrice e ricercatrice) e Roberto Rutigliano (comandante e ricercatore), che hanno deciso di dedicarsi interamente e in modo indipendente alla missione di monitorare i cetacei nei nostri mari.

Un’attività che portano avanti girando l’Arcipelago Toscano sul catamarano Ketos per almeno cinque mesi l’anno, insieme alla figlia Nami, al cagnolino Spugna e ad altri ricercatori, scienziati e studenti. Ma col passare del tempo, la passione del pubblico per il loro lavoro è aumentata molto, insieme alle richieste di prendere parte al progetto. Così, alle proposte di settimane didattiche e formative per adulti e ragazzi, si sono aggiunte le gite quotidiane o di un week-end alla ricerca di delfini. Non vengono ospitate su Ketos, che è impegnato per attività più strutturate, ma trovano posto su Mary G, scafo a vela che accoglie (meteo permettendo) chi vuole scoprire il mare da un diverso punto di vista, pur avendo meno tempo a disposizione.

A bordo c’è Martina Righetti, ferrarese di 35 anni, biologa marina innamoratasi dei cetacei fin dal primo campo estivo a 16 anni, poi approdata su Ketos per la tesi di laurea e da allora rimasta catturata dalla bellezza di questa esperienza. È stata lei, sette anni fa, a proporsi per collaborare col Centro Ricerca Cetacei per le gite brevi e a prendere il comando di Mary G, che deve il suo nome, manco a dirlo, a una cucciola di delfino salvata a Riccione.

I delfini visti dal Mary G al largo dell'Isola d'Elba
I delfini visti dal Mary G al largo dell'Isola d'Elba

Oggi, sulla sua barca a vela, Martina è poliedrica come solo il mare rende le persone: biologa e divulgatrice ovviamente, ma anche esperta skipper, meccanica ed elettricista quando serve. A bordo con lei, anche Sophia Redaelli, milanese, 23 anni, biologa marina e grande apneista, con la passione per i video e la subacquea. Le abbiamo trovate a bordo, in rada a Margidore, nel Golfo Stella, una delle basi di Mary G.

Non l’unica ovviamente, perché in mare è soprattutto il meteo a decidere e, in base al vento, gli ospiti raggiungono l’imbarcazione anche a Porto Azzurro, Marina di Campo, Marciana... “Chi viene con noi sa come funziona – spiegano – ed è consapevole di doverci venire a trovare in un luogo o nell’altro in base al meteo. L’imbarco avviene col tender e il pranzo è al sacco”. Ad accogliere chi arriva, sulla spiaggetta di poppa, c’é Skipper, il barboncino mascotte del team.

Qualche carezza per socializzare e poi, intorno alle 9 , salpata l’ancora e (se c’è vento) issate le vele, si parte verso il largo. “In base al periodo, al meteo e al mare – spiegano – sappiamo dove è più facile incontrare i delfini e ci dirigiamo lì. Il fatto di continuare a trovarli negli stessi punti è un ottimo segnale: indica che i branchi sono in salute e che l’habitat non ha subito danni”. Cercare una pinna fra le onde, soprattutto se si ha la fortuna di una giornata di mare calmo, diventa l’attività centrale a bordo, un gioco magico per grandi e piccoli.

E con i primi avvistamenti l’entusiasmo si fa sentire. “Ovviamente non possiamo garantire che incontreremo dei delfini – spiegano – ma le persone che vengono con noi, spesso tornando negli anni, lo sanno bene: vengono qui per godersi un’esperienza diversa e sostenere la ricerca. Passano una mattinata imparando qualcosa sul mare, su vita e abitudini dei cetacei, su come tutelarli, sulla loro importanza nei nostri mari”.

Insomma si viene per conoscere, scoprire… non solo vedere. Ma con un po’ di fortuna, soprattutto con la formula del week-end, può capitare di imbattersi anche in qualcosa di davvero inatteso.

“È successo di incontrare anche capodogli, stenelle e balenottere – raccontano da Mary G – ma uno degli avvistamenti più belli è stato a inizio agosto: più di 20 delfini al largo del golfo di Marina di Campo, fra maschi, femmine e cuccioli. Abbiamo riconosciuto anche “Novantacinque”, protagonista di tanti nostri documenti”. Un vecchio amico riapparso dal più profondo blu a testimoniare che, nonostante i tanti problemi dei nostri mari, c’è ancora spazio per la bellezza. E per chi sa davvero apprezzarla.