Firenze, 21 febbraio 2024 – Settantamila adolescenti toscani hanno manifestato un disagio di tipo psicologico. Un vero boom di disturbi di ansia e depressione.
Che i giovani in questa fascia d’età siano in un momento di particolare sofferenza psicologica non è una novità. Dopo il Covid il disagio è cresciuto in maniera esponenziale. Il fenomeno emerge dai dati raccolti post pandemia dall’Agenzia regionale di sanità che forniscono un quadro dettagliato di una situazione che non può essere ignorata.
Tra i 14 e 19 anni l’aumento di casi di elevato livello del cosiddetto distress psicologico (una condizione caratterizzata da tristezza, ansietà, frustrazione e stati negativi dell’umore) è del 15%. Il dato, riportato in numeri assoluti, significa che 70mila ragazzi toscani dichiarato di avere avuto un disagio psicologico elevato.
Il campione monitorato nel progetto Edit (uno studio multicentrico triennale che Ars effettua dal 2005) coinvolge 86 istituti d’istruzione superiore, per un totale di 111 corsi di studio: in tutto oltre 8.000 ragazzi tra i 14 e i 19 anni. Nell’indagine il campione che dichiara di aver manifestato questo tipo di sintomi sfiora il 40%.
Lo stato della salute mentale della popolazione toscana era al centro dell’audizione che si è tenuta ieri mattina durante la seduta della commissione Sanità del consiglio regionale, presieduta da Enrico Sostegni (Pd).
La relazione è stata illustrata dalla direttrice di Ars, Lucia Turco, da Fabio Voller e Caterina Silvestri, dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia. Tra gli obiettivi del lavoro (la relazione era stata richiesta dalla consigliera Pd Elena Rosignoli) quello di dare una descrizione epidemiologica della diffusione dei disturbi di salute mentale nella popolazione della regione e di fornire una mappatura dei servizi.
Sempre nella fascia d’età degli adolescenti si registra un numero molto elevato di accessi al pronto soccorso (8,1 ogni mille abitanti) e di ricoveri per problemi psichiatrici in fase acuta quasi triplicati dal 2012. Tra i problemi emergenti, i disturbi dell’alimentazione: il tasso dei ricoveri è dell’1,6 per cento (con differenziazione ancora notevole per genere: 3,2 nelle femmine e 0,1 nei maschi).
«Questi dati devono servire al sistema per intercettare il disagio e fornire servizi adeguati – spiega il direttore dell’Osservatorio epidemiologico di Ars, Fabio Voller – Abbiamo registrato un aumento molto forte di patologie psichiatriche che devono essere necessariamente intercettate al loro esordio per avere i migliori risultati sul trattamento".
Bene, dunque, l’avvio del servizio dello psicologo di famiglia. Male invece la carenza ormai cronica e pesantissima di psicologi nel servizio sanitario pubblico dove oramai è impossibile fare psicoterapia, completamente demandata al privato cosa che mette in rilievo le disuguaglianze sociali.
In base ai dati Ars relativi a un altro studio sulla popolazione adulta, è emerso che quasi il 30 per cento dei toscani intervistati ha sofferto di un disturbo mentale nel corso della propria vita con una prevalenza di diagnosi di episodio depressivo maggiore (20 per cento). Mentre il 15 per cento ha dichiarato di soffrirne al momento dell’intervista o di averne sofferto nel corso dell’ultimo anno: in questo caso la diagnosi più diffusa è il disturbo d’ansia generalizzata.
La Toscana resta capofila in Italia tra le regioni in cui si prescrive il maggior numero di antidepressivi. "Se si va ad analizzare chi sono gli utilizzatori emerge una prevalenza della fascia geriatrica – spiega Voller – Un dato che non è da leggersi in modo negativo, in quanto spesso i farmaci vengono prescritti a supporto di malattie importanti anche di deficit neurocognitivo".