Lisa Ciardi
Cronaca

Oltre le discariche. Rifiuti, la strada toscana per un futuro sostenibile

Le reazioni al nuovo Piano appena approvato. “Soddisfazione” da Legambiente. Giani: “Il più forte e concreto intervento sullo smaltimento degli ultimi decenni”

Il governatore Eugenio Giani (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Il governatore Eugenio Giani (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 17 gennaio 2025 – “Il Piano è un nuovo punto di partenza, non la conclusione. Il ciclo infatti non può considerarsi chiuso, restano aperte tante sfide”. A dirlo è Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel Toscana, associazione delle imprese di servizio pubblico. Il giorno dopo l’approvazione, in Consiglio regionale, del piano dei rifiuti, è infatti il momento dei commenti, fra chi elogia l’atto e chi stigmatizza le disparità territoriali. “La Toscana ha un buon modello gestionale, basato sui tre Ato, i tre gestori integrati e una rete importante di impianti di recupero e smaltimento – prosegue Perini -. Stiamo superando il deficit impiantistico per la frazione organica, con nuovi impianti di digestione anaerobica, che consentiranno di azzerare l’export. Ma occorre essere autosufficienti nella gestione dell’indifferenziato e degli scarti del riciclo, superando la discarica ma evitando l’export. La Toscana utilizza ancora troppo le sue discariche (oltre il 30%) che dovranno essere progressivamente ridotte, con obiettivi chiari: meno del 10% dei rifiuti al 2035, mentre il Piano fissa come obiettivo intermedio il 19% nel 2027. Per questo sono in valutazione nuove tecnologie, come l’ossicombustione e la gasificazione, e il potenziamento degli impianti esistenti. L’auspicio è che tutti gli attori (Regione, Comuni e aziende), si impegnino per realizzare gli impianti necessari, puntando alla prossimità e indipendenza impiantistica”.

Promozione del Piano, ma non senza riserve, dal presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, che esprime “soddisfazione” evidenziando però alcune zone grigie: “dalla distribuzione squilibrata degli impianti che rischia di portare a una migrazione di rifiuti verso la costa, alla carenza di infrastrutture di chiusura del ciclo gestionale, oltre al ricorso prevalente a discarica e inceneritori”. A elencare quanto già realizzato, il presidente della Regione, Eugenio Giani. “In questa legislatura – ha detto – abbiamo già inaugurato impianti importanti come quelli di Montespertoli, Asciano, Terranuova Bracciolini e Peccioli. Ora, con l’approvazione avvenuta entro il 31 gennaio, potremo accedere a 50 milioni di euro dal Pnrr, per realizzare, in questa legislatura, il più forte e concreto intervento sullo smaltimento dei rifiuti visto in Toscana negli ultimi decenni”.

“Il Piano – ha detto Elena Meini (Lega) - è stato scritto pensando al consenso elettorale. Alcune zone, in primis l’area fiorentina, continuano a non avere impianti, mentre altre (la Valdera su tutte) si caricano il peso di questa non autosufficienza, senza coprirla completamente. La Toscana nel 2023 ha prodotto oltre 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti. Riciclando quasi il 67% ne restano 750mila fra indifferenziato e scarti di riciclo. Entro il 2035, ne potranno andare in discarica 215mila, il resto è destinato a incenerimento. A ora, senza Livorno, siamo in grado di smaltire al massimo 135mila tonnellate. Quindi mezzo milione di tonnellate saranno esportate”.

“Chi ha dato continuerà a dare – le parole del consigliere Alessandro Capecchi (Fdi) - come in provincia di Lucca, Pisa e Pistoia. Il Piano conferma la volontà della sinistra di far ricadere fuori da Firenze e provincia gli impianti e le discariche per logiche elettorali”. “Abbiamo votato a favore del Piano e rivendichiamo la sua positività e essenzialità per una svolta green” ha invece detto Stefano Scaramelli (Italia Viva).