ENRICO SALVADORI
Cronaca

La Spoon River delle discoteche. Addio anche al Seven Apples, in Versilia tramonta un’era

Un’altra storica discoteca sul mare finisce il suo lungo percorso in un’asta fallimentare. Gli anni d’oro sono lontani, ma resta il ricordo dei locali che hanno fatto ballare una generazione

Marina di Pietrasanta (Lucca), 13 maggio 2024 - Decine e decine di discoteche per tutti i gusti musicali. Affollatissime, con una clientela che nei fine settimana arrivava da tutta Italia. Divertirsi senza esagerare era un rito per giovanissimi e over quaranta. Ora il panorama della movida della costa toscana è davvero triste. Quasi desolante. Va all’asta fallimentare il Seven Apples di Marina di Pietrasanta (base di offerta 370mila euro) dopo che pochi giorni fa è stato raso al suolo ciò che rimaneva del Ciucheba di Castiglioncello, area che ospiterà residenze estive di lusso.

Il Seven Apples
Il Seven Apples

Colpi al cuore per chi dagli anni Settanta al primo decennio del Duemila in quei ritrovi ha vissuto la parte più bella della sua vita: amori, incontri, divertimento. Nella Versilia ruggente del boom economico i locali erano ben oltre cinquanta. Ora a tenere alta la bandiera sono la Capannina di Forte dei Marmi, la Bussola di Focette (chiusa però per un contenzioso tra proprietà, gestori ed enti pubblici ma che si spera si possa chiudere presto) e il super glamour Twiga di Briatore-Santanchè. Poi il deserto o quasi e ti si stringe il cuore. Ricordando ad esempio la Canniccia, al confine tra Pietrasanta e Forte, la prima bio-discoteca italiana ideata dalla famiglia Galeotti e dall’architetto Tiziano Lera con 4000 metri quadri di parco. L’ex re dei dessert Attilio Bindi con un progetto da 20 milioni sta realizzando una pista per test e raduni di auto ma anche un locale dove mangiare e ascoltare musica.

Il ballo sarà solo un ricordo come alla Caravella che il compianto Alberto Cavallini eresse vicino al pontile del Forte per poi sdoppiarla in Midhò: ristorazione, ballo, musica, comicità con un giovane Giorgio Panariello. Erano serate fantastiche, anche infrasettimanali. Ora qui sono stati realizzati maxi appartamenti di lusso vista mare. La Versilia è piena di nomi che solo evocarli ti fa tornare giovane. Il Carillon fu uno dei locali simbolo della Versilia anni ruggenti, poi diventò Faruk e Fever. Oggi è stabilimento balneare e ristorante.

La Versilia era capitale della musica house grazie alla Cicala a Fiumetto che si tramutò in Vogue (musica più progressive) per poi essere assorbita dalla creazione del Twiga. Ma il tempio degli after hours era il Kama Kama tra Viareggio e Camaiore (lo slogan ‘il Kama ti ama’) prima Linus e anche Spazio 213. Tutto finito. Non esistono più anche il Victoria (già St. Louis) lanciato dallo Zibaldone di Marco Bresciani, il Cavalluccio del Lido (tempio dance con il compianto Giorgio Giordano in consolle), il Tucano poi Agorà al Lido. E’ un edificio diroccato all’inizio dal lato nord della Passeggiata di Viareggio il Piper, il locale che Alberigo Crocetta volle nel 1965 come copia di quello di Roma. Anche qui si affermò Patty Pravo e in un leggendario cartellone del ’73 suonarono anche i Genesis che scalavano il successo.

Molto ridimensionata la movida gay a Torre del Lago. Il Frau Marlene (che ospitò la prima edizione di Miss Italia trans nel 1992) non esiste più, sono aperti Mama Mia e Baddy, ma l’epoca dei Mardi gras e delle folle oceaniche sul lungomare primi anni Duemila è un ricordo.

Anche il litorale pisano ha perso brand storici. Come il Frumpy poi diventato Pachamama dove si affermava Riccardo Cioni poi star della consolle. Più a sud, dopo Livorno, sono ricordi il Maroccone (Antignano) e le Spianate (Castiglioncello), mentre la Barcaccina di Vada è un ristorante. Nomi che evocano tempi in cui nei locali si socializzava e il dopocena significava conoscere persone e sognare avventure. Ora per tanti è solo ricerca dello sballo.