ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Montecatini Valdicecina, il sindaco: “Un vero girone infernale. Noi soli nella notte, prigionieri del torrente”

Il primo cittadino: “Abbiamo vissuto ore da incubo. I primi terribili momenti li abbiamo affrontati con le nostre uniche forze”

Montecatini Valdicecina (Pisa), 26 settembre 2024 – Le speranze iniziano a diventare lame che vetrificano il petto. Si affievoliscono ora dopo ora le aspettative di ritrovare in vita il piccolo Noah, 3 mesi compiuti 2 giorni fa, e la nonna Sabine Kingabuer, 62 anni, inghiottiti lunedì sera dagli abissi di violenza delle acque del torrente Sterza, nel Comune di Montecatini Valdicecina (Pisa), mentre si trovavano in vacanza con la famiglia, giunta da Monaco di Baviera. E c’è un dramma nel dramma: come riferiamo in un altro servizio nelle pagine successive, un volontario della Croce Rossa, Sandro Banchellini, è deceduto ieri in un incidente stradale sul raccordo Fi-Pi-Li mentre stava raggiungendo il luogo dell’alluvione.

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GERMOGLI PH: 24 SETTEMBRE 2024 MONTECATINI VAL DI CECINA LA GABELLA DISASTRO ALLUVIONE DUE DISPERSI NELLA FOTO IL SINDACO AURIEMMA E MONIA MONNI © LUCA BONGIANNI/ FOTOCRONACHE GERMOGLI

Francesco Auriemma, sindaco di Montecatini Valdicecina, qual è il sentimento che sgorga nel petto?

“Sono molte le sensazioni. E’ una tragedia che fa spegnere le parole in gola. E’ una voce strozzata. Ed è un dolore che si aggiunge al dolore: la morte del volontario che stava raggiungendo la nostra zona. Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia”.

Cosa è accaduto in quella dannata sera?

“Per quanto riguarda i due dispersi l’ipotesi più acclarata è che la famiglia stesse tentando di fuggire in auto, quando la nonna e il piccolino sono stati trascinati via da un fiume come impazzito”.

Intorno a La Gabella, il cuore del disastro, regna una cappa di devastazione. Quali sono stati i momenti più concitati?

“La prima avvisaglia è arrivata lunedì intorno alle 18,45, il torrente iniziava a gonfiarsi. Abbiamo lanciato il primo allarme dai nostri canali social e di messaggistica. Abbiamo chiamato le persone a casa, quelle che non riuscivamo a raggiungere in altro modo”.

E poi?

“E poi il peggiore degli incubi. Quando sono arrivato a La Gabella sembrava di avere di fronte agli occhi un girone infernale. Gente che urlava, altre persone abbarbicate agli alberi, altre ancora che, con la torcia del telefonino, cercavano un disperato aiuto. E la potenza inaudita del torrente che scorreva come lava”.

Si è sentito solo?

“No. A parte i primi momenti in cui eravamo tutti smarriti. Ho avuto una paura indescrivibile”.

Oltre al dolore, straziante, si è fatto un’idea delle cause?

“Sono un sindaco, non un tecnico. Posso assicurare che il Consorzio Bonifica e l’Unione Montana dei Comuni svolgono servizi di pulizia e manutenzione di tutti i corsi d’acqua ogni anno. Il torrente era stato oggetto di lavori pochi mesi fa. Quindi possiamo ricercare l’origine dell’alluvione nella sproporzionata bomba d’acqua. Siamo oltre cinque volte la portata normale del torrente, che è arrivato a 5,8 metri”.

L’acqua ha sradicato interi boschi: come si spiega?

“Una violenza eccezionale. Da rimarcare anche la conformazione geomorfologica del territorio e le alberature naturali lungo l’asse del torrente, i fiumi sono coperti dalla vegetazione. Ciò che viene fatto è una pulizia di argini e accumuli di materiale”.

Quindi dovrebbe essere fatto di più?

“C’è una catena di enti preposti e spesso la burocrazia diventa un labirinto”.

Ha una prima stima dei danni?

“E’ approssimativa e parla di circa otto milioni di euro. Il problema riguarda anche lo smaltimento di una quantità immane di rifiuti speciali ambientali e le strade minori, oltre alla provinciale 18 dove si è concentrata l’ondata funesta. Siamo in ginocchio anche per le strade bianche e comunali”.