Firenze, 19 agosto 2022 - Dopo il caldo torrido di questi giorni si è assistito, in molte parti della Toscana come d’Italia, a intense perturbazioni caratterizzate da forti raffiche di vento, chiamate col termine inglese ‘downburst’, che hanno causato non pochi danni, come a Marina di Carrara. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di trombe d’aria, con cui di solito vengono scambiate, ma fenomeni legati al verificarsi di grandi temporali, che differiscono dai tornado nell’origine e nella loro natura. Ecco cosa sono, da cosa dipendono e quando si verificano i ‘downburst’, fenomeno molto diffuso in Italia, soprattutto in estate, e sulla cui frequenza il cambiamento climatico gioca un ruolo importante.
Downburst, significato
Questo fenomeno si verifica quando una colonna d’aria fredda discende da una nube temporalesca verso terra in grande rapidità (“down”) giungendo al suolo con una tale violenza che sembra uno scoppio (“burst”). Successivamente questa colonna d’aria, che di solito si forma in relazioni a grandi temporali, si propaga e si muove in modo radiale in tutte le direzioni.
Da cosa dipende
Quando avvengono temporali molto forti, la pioggia battente e la grandine trascinano l’aria fredda che si trova a quote elevate, verso il basso. La differenza di temperatura e di umidità che queste correnti fredde incontrano quando precipitando repentinamente verso terra, fanno in modo che, una volta al suolo, acquisiscano una forza capace di originare fortissime e improvvise raffiche di vento.
Perché sono pericolosi
Il ‘downburst’ è l’effetto finale del ‘downdraft’, quando cioè l’aria fredda è ancora presente e si sta formando nella nube. Una volta che precipitano toccando il suolo, le correnti finiscono per generare raffiche di vento anche molto forti che possono superare i 100 km/h. Queste tempeste di vento possono essere molto pericolose e procurare danni a persone, cose e alla vegetazione, arrivando a sradicare anche tetti e grossi alberi. Ed essendo imprevedibili, rappresentano un pericolo anche per gli aerei in fase di atterraggio o decollo.
Differenza con le trombe d’aria
Nonostante i ‘downburst’ acquisiscano un moto vorticoso, non vanno confusi con i tornado o le trombe d’aria che invece si sviluppano su un asse verticale. La genesi è diversa: nei ‘downburst’, che si verificano in occasioni di temporali molto forti e violenti, la colonna d’aria si stacca dall’addensamento di vapore per poi scaricarsi violentemente al suolo. Nelle trombe d’aria invece, generate da correnti discendenti e ascensionali, è il riscaldamento del terreno a generare questi fenomeni, che si formano e verificano soprattutto durante giornate torride. Altra differenza, le trombe d’aria hanno un’estensione limitata, al massimo qualche centinaio di metri, mentre i ‘downburst’ si propagano in tutte le direzioni.