Firenze, 12 aprile 2021 - È andato fino alla trasmissione "Dritto e Rovescio" su Rete 4. E, collegato dalla poltrona del suo salotto di Borgo San Lorenzo, ha raccontato di aver vissuto come una vera e propria ingiustizia i meccanismi della vaccinazione in Toscana. Giovanni Mancini, fiorentino doc, 81 anni, aveva già spiegato a La Nazione, nelle scorse settimane, le sue disavventure di anziano in attesa del vaccino. E la voglia di battersi contro le contraddizioni della burocrazia, anche se la sua poteva sembra una lotta sproporzionata. Ma in fondo anche Davide ha battuto Golia. Così, dopo l’articolo, è arrivata la prima chiamata da Del Debbio e poi il bis nei giorni scorsi, quando Mancini ha mostrato anche le pagine de La Nazione.
"Non sono arrabbiato per me, ma per il sistema – ha raccontato l’uomo in tv – . Pensate che alcune settimane fa avevo fissato una partita a tennis quando il mio maestro, che ha 30 anni, mi ha detto che non avrebbe potuto partecipare. Mi ha spiegato che aveva la febbre, provocata dal vaccino. Ho pensato che fosse un’eccezione: invece anche le mie figlie, entrambe avvocato, mi hanno spiegato che avrebbero potuto prenotarsi on line per avere le dosi. Ho detto loro di non farlo, perché mi è sembrato ingiusto verso tutti gli anziani e i fragili". Per Giovanni, che con pacatezza ha difeso i propri diritti, gli applausi del pubblico e anche un invito dello scrittore Mauro Corona . Poi, sabato, la bella notizia, con la somministrazione del vaccino. "Non amo le polemiche perché so che di solito la sanità in Toscana funziona – spiega – ma quando una cosa è fatta male va detto. Ora finalmente hanno vaccinato sia me che mia moglie. Ringrazio il mio medico, col quale ho sempre avuto un ottimo rapporto". Lisa Ciardi