Firenze, 28 settembre 2022 – Sfogliando i libri di storia troviamo tanti nomi di grandi Imperatori a capo dell’antica Roma. Quasi dimenticata è invece la figura, importantissima, di Livia Drusilla Claudia, che non solo è stata la prima donna imperatrice ma anche la prima femminista della storia. Sono poche le fonti che parlano di lei, tra cui Tacito che nei suoi ‘Annali’ la rappresentò come una donna di una grande influenza e potere. Ma chi era la “Divina Augusta" – così era chiamata – e chi ha voluto che il suo nome finisse quasi per essere dimenticato? Era la moglie dell’imperatore Augusto, mamma di Tiberio e di Druso, bisnonna di Caligola e trisavola di Nerone. Una donna brillante, intelligente e ambiziosa, oltre che potente consigliera del marito, a tal punto da venire considerata la mente politica di quel periodo, in cui prese avvio il non facile passaggio di transizione dalla Repubblica all'Impero. Influenzò molte scelte del marito, divenuto uomo solo al comando del regno in qualità di primo Imperatore romano. Fu sua fedele ombra e sostegno in quel delicato passaggio della storia romana. Entrambi vissero nella loro casa sul Palatino, e lei, nonostante gli agi e la ricchezza di cui disponeva, si prese sempre cura in prima persona sia della casa che del marito. Si racconta che fosse Drusilla a cucire con le sue mani i vestiti dell’Imperatore. Nonostante la sua posizione di primo piano, non era solita indossare né gioielli né abiti sgargianti, divenendo ben presto un esempio e un modello per tutte le matrone romane. Quando Augusto morì, le lasciò in eredità un terzo del patrimonio. Non solo: il testamento dell’Imperatore permise di fatto a Livia Drusilla di entrare a far parte della gens patrizia dei Iulii, riconoscendole il titolo di ‘Augusta’. Intanto, quando salì al regno, poteva già contare su una grande popolarità, al punto che veniva onorata durante i giochi pubblici, in suo onore venivano bandite corse di cavalli e le donne nei loro giuramenti solevano pronunciare il suo nome. È passata alla storia per essere stata la prima vera femminista, fece per la prima volta delle leggi a tutela delle donne, che hanno permesso loro dopo un divorzio sia di mantenere le proprietà che di non perdere i figli. Secondo la tradizione ingrandì “Forum Livii”, ossia la città di Forlì, che si chiamò per secoli anche Livia. La sua è la storia di una donna straordinaria, che ha ispirato anche una serie tv. Da ragazza ingenua e indifesa, il cui mondo si era sgretolato dopo l'assassinio di Giulio Cesare, spinta dal desidero di vendicare il padre e assicurare il regno ai suoi figli, seppe diventare la prima imperatrice nel momento di crisi più cruciale della storia dell’antica Roma. Divenne la donna più potente e influente segnando per sempre non solo le sorti dell'Impero, ma anche quelle delle aspirazioni e dei diritti che a quel tempo erano concessi alle donne. Contribuì all'elezione di suo figlio Tiberio al rango di imperatore, ma proprio lui, sentendosi scavalcato dall’immenso potere ‘non ufficiale’ di sua madre, dopo la morte – avvenuta il 28 settembre del 29 d.C. - decise di non divinizzarla, di annullare il testamento e anche tutti i titoli conferiti dal Senato. Sarà poi l’imperatore Claudio, nel 42 d.C. a divinizzare la nonna Drusilla. Nasce oggi Giovan Pietro Vieusseux nato il 28 settembre 1779 a Oneglia. Letterato di origini svizzere, scrittore ed editore, fondò a Firenze lo storico Gabinetto scientifico letterario che porta il suo nome. Pubblicò l’Antologia e l’Archivio Storico Italiano.
Cronaca28 settembre, anno 29: muore Drusilla, prima imperatrice e femminista della storia