GHERARDO
Cronaca

E le stelle stanno a cantare. Quando la notte è femminilità

Il viaggio nel tempo (a puntate) del re della movida prosegue con i ricordi dedicati alle donne

Guidi *

Notte, si fa presto a dire notte. Nella simbologia viene messa in relazione all’oscurità o al grembo della madre protettrice. Gli antichi greci la individuavano nella dea Nxy che indossa una veste nera, trapuntata di stelle. La Luna paragonata al suo occhio. Si dice che dispensi il sonno, liberi degli affanni. È la nox dei latini. A pensarci bene è il mio mondo, da quando ho iniziato questo lavoro.

Oggi, archiviata la notte di San Lorenzo e delle stelle cadenti, la notte del Ferragosto sembra fatta per sognare e per amare, come ripete l’amico Gigi Marzullo nelle sue incursioni televisive che mi tengono compagnia soprattutto in inverno. Ma l’estate…a me piace contemplarla mentre avvolge la Capannina e la culla con le altre stelle, quelle che negli anni ho voluto come madrine del compleanno. Tra poche ore saranno 95 le candeline che idealmente questa sala spegnerà. Lo scrivo e lo ripeto per i meno attenti: è il locale più longevo del mondo. Non voglio ridurre questa riflessione a uno sterile elenco di bellezze che sono passate, più di altre, su questo palco, e allora voglio proporre un gioco di seduzione sotto l’ombrellone, per sognare, tutti, ad occhi aperti. La notte per me è come una donna: custodisce il segreto dell’amore, quello della mia Carla, fedele compagna di viaggio in questi anni. La notte ha la profondità vocale di Ivana Spagna: quando si esibiva nel coro della Capannina non era ancora sbocciata come pure meriterà. Ballava scalza perché si sentiva libera.

La notte ha l’intensità dei vocalizzi di Luisa Corna, quando lasciava a bocca aperta con i Bravo del maestro Augusto Righetti, coniugando una fisicità importante a un’ugola da solista. Ha la voglia di giocare di Valeriona Marini che a più riprese è venuta a onorarci con i suoi sorrisi esuberanti, accompagnata per anni dal suo Vittorio Cecchi Gori col quale abbiamo brindato a più riprese e ci siamo ritrovati anche quando la sorte gli è stata avversa, perché il valore dell’amicizia è questo, altrimenti è bieco opportunismo. La notte ha la determinazione di Alba Parietti che non si è mai tirata indietro davanti al microfono, consapevole di aver molti doni artistici, un po’ meno dotata come ugola semmai. La notte ha la freschezza di Belen, quando debuttò da me, all’epoca stava con Fabrizio Corona, era un bell’anatroccolo. La notte ha la silhouette di Manuela Arcuri, che ho conosciuto, la prima volta, all’alba degli anni Duemila mentre impersonava la figura della bombolonaia nel film di Giorgio Panariello e ho rivoluto, quest’anno, per giocare con il gattone Jerry Calà, che sulle donne potrebbe scrivere un’enciclopedia.

Sono consapevole che nell’aprire il baule dei ricordi si corra il rischio, in un periodo di politically correct, di essere additati in malo modo. Ma quando un imprenditore deve scegliere una stella da mandare sul palco deve sapere dosare le qualità artistiche ai desideri del pubblico. Una donna, per me, è bella sempre. E in lei, artisticamente, cerco sempre una storia che vada oltre l’esteriore.

Certo, non ho avuto l’onore di conoscere Edith Piaf, forse la poesia in assoluto nella storia della Capannina, così come non ho mai incrociato il cammino con Mina, l’unica stella che non ho avuto, perché lei apparteneva a Sergio Bernardini. La notte per me ha la nostalgia delle parole di Oriana Fallaci (nella foto), che venne al Bagno Roma di Levante a trascorrere l’ultima serata di libertà prima del tramonto che ci ha lasciati tutti più soli. Oriana, la grande, mi chiese di essere accompagnata a toccare il mare. Lo fece con una grazia che mi spiazzò.

Parlammo molto, di tutto, le promisi che quelle parole le avrei custodite e così ho fatto per anni. La notte è Gloria Gaynor, la regina della discomusic. Non tornerò su Grace Jones, Patty Pravo, Ornella Vanoni, ciascuna con i propri pregi e con le proprie richieste bizzarre dietro il palco. In queste ore mi piace pensare ad Elettra Marconi, figlia di Guglielmo e sposa del principe Giovannelli, lei che qui è tornata a ballare sempre, dando all’età il peso leggero che merita. E se ho fatto sognare la gioventù con le performance di Anna Tatangelo, Elettra Lamborghini ed Elodie, se in questo Ferragosto devo attribuire la palma alla vera signora dell’estate, consentitemi di onorare la Capannina.

(9 - continua)

* Storico patron

della Capannina