
Quindicimila aziende in bilico in Toscana. È l’economia di guerra (foto repertorio)
Firenze, 29 aprile 2022 - lo stop legato alla pandemia, la ripartenza e poi di nuovo una frenata, con il rischio che la crescita del prodotto intern lordo si dimezzi (2,4% a fine anno). È il quadro tracciato ieri da Irpet, l’istituto di programmazione economica della Toscana, nel rapporto illustrato a Firenze. Uno scenario di ombre e luci perché, nonostante la fase critica, resta la speranza che i segni positivi dei mesi passati possano riprendere.
"La Toscana – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani – è tra le regioni che producono più energia rinnovabile rispetto al fabbisogno. Grazie alla geotermia garantiamo quasi il 30%: con idroelettrico, fotovoltaico ed eolico sforiamo il 40. Possiamo crescere, peccato che comitati ed enti spesso rallentino gli interventi. La Soprintendenza si è opposta al progetto di Sorgenia sulla geotermia sull’Amiata e alle pale eoliche in Mugello. Dobbiamo fare di più, anche in Regione, liberandoci di una cultura in cui qualche dirigente ha paura ad assumersi le proprie responsabilità".
In base allo studio, presentato dal direttore di Irpet Nicola Sciclone, dopo la crisi da pandemia il 2021 aveva visto una ripresa importante, registrando a fine anno un inatteso +6,2% sul Pil, oltre la media italiana. Una crescita proseguita fino a gennaio e che aveva portato a sperare di concludere il 2022 a +4,6%. Poi però sono arrivati il caro energia, la crisi negli approvvigionamenti e il conflitto in Ucraina.
Ora si aprono più scenari legati alla durata della guerra. Il più probabile è che la crescita del Pil si dimezzi, non andando oltre il 2,4% a fine anno nell’ipotesi di un tasso di inflazione all’8% da marzo e dello stop da settembre alle importazioni di gas dalla Russia. I segnali negativi sono già visibili. A gennaio 2022 l’industria toscana ha registrato un -6,1% e a marzo gli avviamenti al lavoro hanno segnato un -5% rispetto a due anni fa. Schizzano i costi: ogni impresa spenderà 25mila euro in più a fine anno (55mila se manifatturiera), mentre nelle famiglie la bolletta vale il 13% del bilancio (era all’8%). E se il costo dell’elettricità (cresciuto di oltre 4 volte tra aprile 2019 e 2022) non calasse, si avrebbe un aggravio di 8 miliardi per il sistema economico. Almeno 15mila aziende e 117mila addetti potrebbero avere difficoltà a sostenere la situazione. Ai nodi congiunturali si somma il dato demografico. Già nel 2020 un toscano su 4 (26%) aveva più di 65 anni e nel 2040 si potrebbe arrivare a più di uno su 3 (36%). Se così fosse, per mantenere invariato il rapporto tra spesa sanitaria e Pil servirebbe un tasso di crescita di almeno il 4% l’anno.