DAVID ALLEGRANTI
Cronaca

Il risultato di Firenze fra manovre e scenari

In vista delle regionali del 2025 la destra ha bisogno di conquistare gli elettori di Firenze e provincia se vuole vincere

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Firenze, 9 giugno 2024 – Le elezioni fiorentine sono probabilmente l’appuntamento amministrativo più importante. L’esito appare al momento imponderabile e il ballottaggio, fissato per il 23 e 24 giugno, viene dato per scontato (dettaglio non secondario: il 24 giugno a Firenze è festa perché è San Giovanni e sorge spontaneo chiedersi quanti ne approfitteranno per andare al mare).

A sfidarsi, salvo sorprese, dovrebbero essere Eike Schmidt e Sara Funaro. Come in tutti i ballottaggi, si ripartirebbe da zero a zero. L’ex direttore degli Uffizi ha già avviato da giorni una strategia di captatio benevolentiae nei confronti di due liste/partiti: Firenze Democratica, che candida Cecilia Del Re, e Italia Viva, che candida Stefania Saccardi.

"Ritengo che Del Re fosse l’unica assessora veramente capace in questa ultima giunta", ha detto Schmidt cercando di intercettare i voti di Del Re, le cui policies tuttavia non sono certamente di destra. L’ex assessora della giunta Nardella potrebbe semmai far prevalere il disappunto nei confronti del Pd per come è stata trattata negli ultimi mesi. Ma questo disappunto, se non aperto risentimento, potrebbe bastare per convincere l’elettorato di Del Re a scegliere la destra?

C’è poi il caso Italia Viva. Saccardi, candidata del partito di Matteo Renzi, potrebbe essere l’ago della bilancia e anche questo Schmidt lo ha capito, perché negli ultimi giorni si è rivolto apertamente all’elettorato renziano, senz’altro ostile al Pd.

Che cosa faranno le persone che un tempo votavano per i Democratici quando c’era Renzi alla guida? Se la sentiranno di scegliere Schmidt oppure, come sostiene il Pd, torneranno “a casa” come compagni che sbagliano e si redimono? Sull’altro fronte, almeno in pubblico, grandi aperture da parte di Funaro e del Pd non ne se ne sono sentite. Forse il partito di Schlein attende l’esito del primo turno, quando i rapporti di forza saranno più chiari.

Di sicuro il Pd in caso di secondo turno per vincere avrà bisogno di apparentamenti, di voti sicuri. Questo avrà un costo per Funaro, che dovrà condurre una trattativa politica con i partiti di centrosinistra, che inevitabilmente avranno delle pretese. In ogni caso, l’apparentamento permetterebbe ai partiti che al primo turno non hanno sostenuto Funaro di partecipare al premio di maggioranza. Sono compromessi che hanno un costo per il Pd, che rischia molto in queste elezioni.

Le elezioni fiorentine del 2024 decideranno le elezioni regionali del 2025. Fin qui Firenze e la sua provincia hanno tenuto in piedi il centrosinistra, mentre il resto della Regione virava a destra. I risultati del Pd fiorentino e del Pd alle Europee a Firenze e nell’hinterland aiuteranno a capire, seppur in maniera grossolana, che cosa potrebbe succedere l’anno prossimo. È una questione di distribuzione geografica dell’elettorato: la destra ha bisogno di conquistare gli elettori di Firenze e provincia.

Per questo è da segnalare il percorso del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, di Fratelli d’Italia, che sembra aver già iniziato - con l’intervento per il 25 Aprile scorso incentrato su Giacomo Matteotti "martire ucciso dai fascisti" - la sua campagna elettorale, con un’operazione politica di dédiabolisation , in una Regione che tuttavia ha già dimostrato di non aver problemi a votare per la destra. In Francia è quello che sta facendo, con successo, Marine Le Pen.

[email protected]