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Elly Schlein, il murale di un artista livornese a Bologna: “Gli unici stivali senza fango sono i suoi”

L’opera è di Mart Signed, che abbiamo intervistato: “Le tragedie non hanno nulla a che fare con la politica show”

Il murale

Il murale

Firenze, 1 giugno 2023 - È diventata virale l’immagine di Elly Schlein raffigurata in un murales comparso a Bologna, che ha colpito l’attenzione dei passanti. È stata ritratta con basco, griffes e con in mano la copertina di Vogue. Per terra invece, si trovano alcune copie fake del Resto del Carlino con in copertina il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e Ursula von der Leyden. Comparsa sui pannelli in legno della Garisenda, quest’opera non poteva non colpire l’attenzione dei passanti. La segretaria nazionale del Pd è stata ritratta in questo modo da Mart Signed, noto street artist livornese. L’alluvione di inizio maggio scorso che ha colpito l’Emilia Romagna ha lasciato tracce di morte e inevitabili strascichi politici, intersecandosi con le recenti elezioni comunali che hanno visto nettamente prevalere le coalizioni di centrodestra. Nella rossa Emilia Romagna, governata da sempre da governi di centrosinistra: “Gli unici stivali a non essere affondati nel fango – spiega Mart Signed - sono stati quelli del neo segretario de PD Elly Schlein”, che in questa rappresentazione appare macchiata dal fango della disperazione di chi ha perso tutto. Il messaggio che passa attraverso quest’opera, e che invita a un’attenta riflessione, risuona forte e chiaro a questo punto: “Un cambio di rotta, meno glamour e più sostanziale, sembra l’unico possibile per ristabilire un diretto rapporto non soltanto con l’elettorato, ma con un intero territorio, ormai santificato soltanto dalle apparizioni del presidente del consiglio e di Ursula von der Leyden, insieme a Bonaccini protagonisti di una parata istituzionale sui territori colpiti”. Con il solito preciso punto di vista tagliente, Mart ci ricorda insomma che le tragedie non hanno nulla a che fare con la politica show, e che per riappropriarsi del terreno perduto, a ciò che rimane della sinistra occorrerà che torni a sporcarsi gli stivali di fango. Possibilmente a telecamere spente. Mart, come nasce il murales su Elly Schlein? “Analizzando cosa era successo, soprattutto la mala gestione economica dei fondi disponibili, abbiamo voluto lanciare un messaggio. Non ci interessa tanto la politica, quanto invitare a una riflessione. Più se ne parla, più si mettono in condizione le persone di capire cosa è successo. Abbiamo scelto Elly Schlein data la sua forza mediatica: sembra quasi interessarsi più alle copertine patinate, e all’estetica, che al resto”. Compare anche il presidente Bonaccini “Il problema che è venuto fuori è questo: se avessero speso i soldi, o li avessero indirizzati nel modo giusto, magari questa tragedia si poteva evitare, anche se con madre natura non si sa mai. Sembra quasi che la presenza, o la passerella, delle istituzioni sul campo sia stata dettata da esigenze di immagine politica più che da un concreto aiuto alle situazioni di bisogno sul posto”. Come mai avete scelto proprio la Garisenda? “Perché è un po' la roccaforte della sinistra, che ora non sa da che parte sta andando. Lo dimostra Elly Schlein, che abbiamo rappresentato col basco in testa, che stride con l’abbigliamento”. C’è qualche commento che vi è rimasto impresso? “Appena terminato, una coppia di ragazzi lo ha visto e ci hanno detto : “Bravissimi”. Hanno subito capito il messaggio, al volo, come del resto deve fare la street art. Stamani si era radunata tanta gente, e sono stati molti i commenti positivi che ci sono arrivati anche dai social”. La stessa sera avete fatto anche un altro murales, sempre a Bologna, ma in via Ugo Bassi, dedicato a Matteo Gracis a cui, all’ultimo momento, il teatro ha tolto la disponibilità per mettere in scena lo spettacolo. Di cosa si tratta? “Si può essere martiri, nel 2023, perché colpevoli di libertà di espressione. Nell’iconografia di San Sebastiano, martire cristiano ucciso con un “dolce martirio” soltanto perché soldato romano dalla follia omicida delle persecuzioni contro i Cristiani operate dall’imperatore Diocleziano, il santo appare trafitto da numerose frecce, legato a una colonna. Paradossalmente, però, Sebastiano si mostra quasi abbandonato al suo destino e neanche troppo sofferente (rassegnato forse) nel famoso dipinto del Mantegna del Louvre, mentre le punte dei sardi lo trapassano. Il martire pare non sentire il dolore, consapevole della natura divina del suo punto di morte. Martire moderno, anche il Matteo Gracis di Mart è sereno mentre le frecce della censura colpiscono al cuore i simboli della possibilità di espressione, quei social network grazie ai quali oggi, in questi tempi, si portano avanti battaglie e si espone un punto di vista personale. E che cosa rimane, allora, della libertà, se anche le voci libere sono costrette al martirio delle frecce della censura, silenziate perché ostili al pensiero medio comune? Con questo stencil puntiamo a ricordare che i martiri moderni siamo noi, cittadini liberi che provano, come Matteo Gracis, a portare un seme in un terreno sempre più arido. Mentre fuori il vento preannuncia la tempesta”. Maurizio Costanzo