Lisa Ciardi
Cronaca

Toscana, una terra sempre più verde. “Via libera a iter più veloci per le energie rinnovabili”

L’assessora toscana all’ambiente Monni illustra la nuova legge sulle aree idonee. “Solo per l’eolico nessun percorso semplificato: complessità da valutare meglio”

Firenze, 3 gennaio 2025 – Approderà in Consiglio regionale a gennaio la legge per individuare le aree idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Una norma che ha suscitato notevoli dibattiti, fra chi chiede di tutelare determinati territori (un esempio sono i movimenti per dichiarare inidonei all’eolico l’Appennino) e chi domanda più potere per i sindaci, come ha fatto la sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati (Pd). Per capire i prossimi passaggi abbiamo sentito l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni.

A che punto siamo?

“Dopo oltre due anni di colpevole ritardo, il Governo Meloni, a luglio, ha dato sei mesi di tempo alle Regioni per approvare la propria legge sulle aree idonee. In tempi record abbiamo costruito un percorso di partecipazione con sindaci e province, insieme ad Anci e Upi, alle categorie economiche, le forze sociali e le associazioni ambientaliste, approvando il 2 dicembre la nostra proposta di legge. Anche il Consiglio regionale sta facendo con sollecitudine il proprio percorso di ascolto ed esame, annunciando di voler approvare la legge entro gennaio. Non possiamo permettere che norme nazionali non condivise col territorio facciano da cornice di riferimento per una sfida epocale come quella delle rinnovabili”.

Cosa prevede la legge e quali sono le ultime variazioni?

“Si tratta di identificare porzioni di territorio in cui un proponente può accedere a iter autorizzativi accelerati e, al contempo, le cosiddette aree non idonee, in cui non valutiamo compatibile lo sviluppo del fotovoltaico o dell’eolico. Il perimetro della legge è quello assegnato dalle norme nazionali, ma lo abbiamo sfruttato dando a ogni Provincia e Comune obiettivi che garantiranno l’equo concorso dei territori alla conversione energetica, limitando concentrazioni pericolose e dannose e favorendo le scelte locali”.

Alcuni sindaci hanno chiesto maggiore discrezionalità locale. E’ un punto che state esaminando?

“La richiesta dei sindaci è sacrosanta e rappresenta il cuore della proposta di legge che abbiamo licenziato come giunta. Consentire ai Comuni di pianificare lo sviluppo delle rinnovabili significa creare il giusto equilibrio con la tutela della natura e del paesaggio, frenando spinte speculative. Rispetto alle proposte del Governo abbiamo deciso di aumentare dal 30% al 70% le aree non idonee perché riteniamo ci siano componenti che meritano particolari tutele, ma anche che ciascuno debba e possa fare la sua parte. Dopo l’approvazione della legge, Comuni e Provincie avvieranno il loro lavoro per ‘cucire’ al meglio le aree idonee rispetto alle peculiarità del territorio”.

A Grosseto e Livorno esiste c’è una sovrabbondanza di richieste per l’eolico, come la state affrontando?

“Quando si impedisce di scegliere come pianificare il proprio territorio è chiaro che ogni iniziativa si può trasformare in un fattore di preoccupazione. Per l’eolico abbiamo chiarito che si tratta di un asset strategico per la conversione energetica, ma, nel rispetto degli spazi consentiti dalle norme nazionali, abbiamo scelto di non concedere iter autorizzativi semplificati. C’è una complessità che deve essere valutata accuratamente, come ci ha consentito di fare il percorso di Monte Giogo Villore. Ci opporremo in ogni sede, anche giudiziaria, laddove il Governo decida di superare la contrarietà che come Regione esprimiamo davanti a progetti di scarsa qualità”.

Per l’agrivoltaico c’è il rischio che la produzione di energia solare si diffonda a sfavore dell’uso del territorio a fini agricoli?

“L’agricoltura non è solo un perno dello sviluppo economico della Toscana, ma rappresenta un carattere fondativo del territorio. Per questo la nostra proposta di legge identifica come uniche aree idonee all’agrivoltaico quelle oggetto di progetti presentati da imprenditori agricoli professionali e complementari al reddito agricolo”.