
Un parco eolico (foto repertorio)
Firenze, 6 marzo 2025 – Mentre prosegue il dibattito sulle legge per le aree idonee a ospitare gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici, vanno avanti gli iter autorizzativi in tutto il vasto settore delle energie rinnovabili. Ma quanti sono e da quali meccanismi vengono regolati? Al momento, le richieste di autorizzazione già incardinate risultano 122, suddivise fra quelle di competenza statale (54) e regionale (68). Si va dagli impianti fotovoltaici (54) e agrivoltaici (25), ovvero con pannelli collocati in zone agricole alle attività esplorative per la geotermia (i nodi cruciali del settore sono invece al centro della concessione ventennale a Enel Green Power recentemente rinnovata), dall’idroelettrico ad altre fonti.
Ma un peso rilevante, anche per le polemiche in corso in varie zone della Toscana, è quello degli impianti eolici, 25 in tutto, con una netta concentrazione in alcune aree: 10 le autorizzazioni richieste nel grossetano, 8 nell’aretino, 3 fra Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto (Livorno), 2 a Firenzuola, nel Mugello (Firenze) e uno a Lajatico (Pisa). Dalla Regione fanno sapere che gli iter (quasi tutti incardinati davanti al Ministero) porteranno sicuramente ad “asciugare” le richieste, soprattutto nei casi di domande multiple nelle stesse zone. Ma il dibattito va avanti, con associazioni e comitati divisi fra chi difende la produzione “green” dell’eolico e chi ne stigmatizza l’impatto paesaggistico.
“Sull’eolico abbiamo fatto quello che la legge ci consente – ha detto l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni – escludendolo dalla norma sulle aree idonee proprio per evitare di creare zone con iter semplificati. Se per il fotovoltaico il nostro obiettivo è indicare le aree in cui l’installazione potrà avvenire con meno burocrazia, per l’eolico riteniamo che non possano mai essere introdotte accelerazioni, proprio per l’impatto che questi impianti hanno. La decisione finale, spetta, quasi in tutti i casi, al Ministero, ma noi chiediamo che venga ascoltato anche il parere della Regione. Abbiamo detto chiaramente che se il Ministero non lo farà ricorreremo in giudizio”.
Ma da cosa dipende il parere regionale? “Valutiamo caso per caso – prosegue Monni -. Per esempio abbiamo sostenuto Monte Giogo a Villore, in Mugello, che è di competenza regionale, e abbiamo espresso parere negativo a Orbetello (ministeriale) perché riteniamo che il tipo di progetto faccia la differenza”. Sulle aree idonee si attende intanto che la legge approdi in aula, ma anche che il Tar del Lazio si esprima sulla possibilità o meno delle Regioni di limitarle (la Toscana ha aumentato dal 30% al 70% le aree non idonee).
Nel frattempo va avanti il dibattito nelle commissioni regionali. “Dopo le audizioni di Anci, Upi, coalizione Tess e associazioni di categoria, l’impianto della legge è stato cambiato, limando un’eccessiva permissività iniziale – ha detto Alessandro Capecchi (Fdi) vicepresidente della Commissione ambiente -. Per noi deve essere limitato l’impiego di suolo, tutelando il paesaggio. La legge dovrebbe poi puntare di più sull’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture esistenti e nelle aree già edificate, specialmente se industriali e artigianali”.
Ma il consigliere di Fdi va oltre, rilanciando il nucleare. “Il disegno di legge licenziato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa – dichiara - pone le basi per un nucleare sostenibile, a bassa emissione di carbonio. La Toscana non deve precludersi questa possibilità, quindi deve essere eliminato il divieto assoluto posto in apertura della Pdl 291 sulle aree idonee”. Certo che se già l’eolico e il fotovoltaico sono al centro di polemiche e battaglie, chissà quali potrebbero essere le reazioni dei toscani all’idea del nucleare.