Firenze, 6 gennaio 2024 – Questa è stata l’ultima notte di festa del periodo natalizio. Stanotte infatti è arrivata la Befana a portare doni e caramelle ai bambini buoni, cenere e carbone a quelli meno buoni. Conosciuta in Italia come la festa della Befana, l’Epifania è una ricorrenza celebrata in molti Paesi. Arriva 12 giorni dopo il Natale, ma non sempre cade il 6 gennaio: secondo la tradizione ortodossa si festeggia infatti il 19, mentre il Natale è il 7 gennaio.
L’etimologia della parola "Epifania", che in greco significa “apparizione”, ne ricorda la matrice religiosa, a cui si è nel tempo affiancata una ricca tradizione popolare fatta di festeggiamenti spesso legati a superstizioni e figure mistiche.In Italia tale figura è ben radicata nell'immaginario collettivo, una vecchietta che di notte passa di casa in casa riempiendo le calze lasciate appese dai bambini di dolcetti, caramelle, giocattoli e carbone. Tuttavia, la Befana non è un personaggio conosciuto all'estero.
Ecco le tradizioni più curiose in giro per il mondo. Il giorno dell’Epifania è d'uso in Valtellina il Gabinat, parola che deriva dal tedesco “Nacht der Gaben”, ovvero “notte dei doni”. Durante la giornata i ragazzi del posto passano di casa in casa in piccoli gruppi e, appena viene loro aperto, pronunciano la parola “Gabinat” per primi, assicurandosi un dono dal padrone di casa. Si tratta di un’antica tradizione tenuta viva ancora oggi. In Russia l’Epifania viene celebrata il 19 gennaio ed è accompagnata dal rito chiamato Kreshenie, che consiste nel fare il bagno in acque ghiacciate. Solo negli stati federati della Baviera, il 6 gennaio è un giorno festivo. Qui, come accade anche in Austria e Svizzera, la tradizione vuole che i bambini si rechino di casa in casa indossando costumi simili alle vesti dei Re Magi. Ad ogni fermata intonano canti tradizionali, da cui il nome Sternsinger che significa appunto “cantanti delle stelle”, e raccolgono donazioni a supporto di enti di beneficenza per bambini. Infine, contrassegnano le porte delle abitazioni con le lettere CMB accompagnate dall’indicazione dell’anno. Secondo alcuni le lettere equivalgono alle iniziali dei nomi dei Re Magi in tedesco (Caspar, Melchior e Balthasar), altri sostengono che sia un'abbreviazione del latino “Christus mansionem benedicat”, ovvero “Cristo ha protetto questa casa”. In Islanda l’Epifania si chiama Threttándinn, ovvero il “tredicesimo giorno” dopo Natale. 13 sono anche i Babbi Natali locali, chiamati Jólasveinar, che significa i “ragazzi del Natale”. La leggenda vuole che siano tutti fratelli, nati dai troll Grýla e Leppalúdi, e che trascorrano l’anno nascosti nelle montagne. Ogni notte, a partire dal 12 dicembre, scendono uno a uno dalla montagna per fare scherzi agli adulti e lasciare dolci ai bambini. Da Santo Stefano in poi, ciascuno di essi se ne andrà uno alla volta, fino ad arrivare alla partenza del tredicesimo Babbo Natale proprio il 6 gennaio, con annessa conclusione del periodo dedicato alle festività.