LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

L’esercitazione Eurofighter. "Aereo sospetto sui nostri radar", si alzano i caccia per intercettarlo

Missione sui veivoli dell’Aeronautica Militare del 4° Stormo decollati dalla base di Grosseto. Vi raccontiamo in diretta come funziona il piano "scramble" che garantisce la sicurezza

Grosseto, 29 maggio 2024 – Se un aereo entra nello spazio aereo nazionale, ma la sua posizione è "irregolare" (o non era autorizzato al sorvolo oppure ha perso i contatti radio o, ancora, cambia rotta senza validi motivi) diventa un potenziale pericolo per la sicurezza e non è una situazione che ammette fasi di attesa. La risposta del servizio di controllo dello spazio aereo è immediata e affidata all’Aeronautica militare attraverso un sistema di comando tanto rigoroso quanto veloce: dalla segnalazione della traccia radar non identificata a quando il velilovo sospetto viene affiancato dai caccia militari passano pochi (anzi, pochissimi) minuti. In gergo si chiama "scramble", questa operazione, e per far sì che i piloti abbiano sempre una formazione adeguata alla sua importanza e complessità, viene anche simulata per addestramento. E di una di queste siamo stati testimoni diretti, come passeggeri dell’aereo sospetto che doveva essere appunto intercettato. Da chi? Da due Eurofighter del 4° Stormo decollati dall’aeroporto militare di Grosseto e indirizzati nello spazio aereo compreso fra Siena (il velivolo da indentificare era decolato da Ampugnano) e la Maremma.

Un’esercitazione ancor più complessa perché il piccolo aereo da intercettare vola a una velocità molto più bassa rispetto a quella minima che possono toccare gli "Efa": si chiama Slow Mover Interceptor ed è estremamente importante per garantire la sicurezza dello spazio aereo in occaasione ad esempio di grandi eventi pubblici. I piloti militari devono avere una preparazione specifica anche per questo tipo di intervento.

La filiera del controllo funziona così. Rilevata la traccia non autorizzata, l’ordine di decollo immediato ("scramble", appunto) arriva dal Caoc di Torrejon, in Spagna, responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo del Sud Europa, alle sale operative dell’11° Gruppo di Poggio Renatico (a Ferrara) e del 22° Gruppo di Licola (a Napoli) e gli Stormi dotati di Eurofighter impiegati per il servizio di difesa aerea sono quattro: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° di Gioia del Colle, il 37° di Trapani e il 51° di Istrana. A questi dal 2018 si è aggiunto il 32° Stormo di Amendola dove sono in servizio però gli "F35".

I due "Efa” che sono venuti a intercettare l’aereo sospetto in volo sulla Toscana sono quindi decollati da Grosseto, dalla base sotto il comando del colonnello Filippo Monti, e dal momento dell’allarme a quello dell’affiancamento è passato giusto il tempo di stabilizzarsi in quota. Gli "Efa" si sono avvicinati e nella simulazione hanno identificato il piccolo velivolo sincerandosi che non rappresentasse un pericolo rimettendolo in condizione di riattivare il contatto radio.

“La procedura – spiega uno dei piloti dell’Eurofighter del 4° Stormo – si basa su una catena di comando e controllo della Nato. Il decollo deve avvenire in brevissimo tempo e il nostro compito è quello di accertare il motivo per il quale il velivolo non è riuscito a farsi identificare. Quando lo intercettiamo iniziamo a ’dialogare’ con una serie di segnali standard sia civili che militari e a seconda del comando ricevuto o lo scortiamo fino al di fuori dello spazio aereo nazionale o lo facciamo atterrare nell’aeroporto più vicino".

Personale e caccia del 4° Stormo, fra l’altro, fa parte anche della Task Force Air "4th Wing" impegnata nella missione di difesa "Air Policing" a Malbork, in Polonia, dove il contingente italiano opera sotto la diretta dipendenza del Comando Operativo di Vertice interforze del generale Figliuolo. Il loro compito è quello di protezione del fianco nord-est dell’Alleanza Atlantica e in questo momento le attività sono sotto il comando proprio del 4° Stormo.