Arezzo, 20 novembre 2024 – Esplosione nella mattinata di oggi, 20 novembre, alla Safimet di San Zeno. Il botto è stato sentito anche dalle aziende vicine.
Secondo le prime informazioni l'esplosione sarebbe stata innescata da una caldaia.
Al momento sono quattro gli operai rimasti intossicati, inviati in codice minore al pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo. Sul posto sono intervenute due ambulanze della Misericordia di Arezzo, l'auto infermierizzata di Arezzo, i tecnici della Asl, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine.
Da oltre 20 anni Safimet si occupa di recupero e affinazione di metalli preziosi dagli scarti di lavorazioni industriali e produzione di sali galvanici.
Immediata l’attivazione dei soccorsi che ha visto convergere sul luogo dell’incidente i sanitari dell’Emergenza Urgenza della Asl Tse e i Vigili del fuoco. L’azienda in questione, infatti, ha un piano di emergenza esterna che è stato attivato dalla stessa e che prevede l’attivazione del Piano Maxi emergenze della centrale 118 della Asl Toscana Sud Est, coordinato dal disaster manager Luca Pancioni che era presente sul luogo dell’incidente con un mezzo per la gestione degli eventi maggiori. In tutto sono sei i sanitari intervenuti sul posto, tre le ambulanze ed era stato inoltre attivato il Pegaso 1, poi annullato dopo la valutazione del numero dei feriti e delle loro condizioni fortunatamente non gravi.
"Quando arriva una chiamata che segnala incidenti come quello avvenuto a San Zeno e si sospetta che possano essersi liberate sostanze tossiche – spiega Luca Pancioni, Disaster manager Asl Toscana Sud Est - le centrali operative di 118 e Vigili del Fuoco attivano quanto previsto dal Piano delle Maxi Emergenze. I vigili del fuoco sono i primi ad entrare nel luogo dell’incidente mentre i nostri operatori sanitari sono ammassati in un luogo prossimo, pronti ad entrare in azione sulla base delle indicazioni fornite dai vigili del fuoco. Questo è un piano che ci permette di operare prestando i primi soccorsi alle persone ferite senza mettere a repentaglio la vita dei soccorritori. E’ un piano ben studiato e collaudato che ci ha permesso di operare anche in altri contesti esterni al territorio della Asl Toscana Sud Est”.