Prato, 10 dicembre 2024 – Carmelo Corso avrebbe compiuto 57 anni il prossimo 30 gennaio. Ma la sua vita è stata spezzata nel modo più atroce, sul luogo di lavoro, insieme al collega Vincenzo Martinelli, nell’esplosione che ha devastato il sito Eni di Calenzano.
Carmelo era originario di Catania, ma dal 1993 viveva a San Giorgio a Colonica, frazione di Prato, a poca distanza dallo stabilimento. Lascia una moglie, Tamara, e due figli, Elena e Dario, che ora piangono la perdita di un uomo che non si è mai tirato indietro davanti a una richiesta di aiuto. Solo un anno fa, nel novembre 2023, si era prodigato, insieme ai figli, per soccorrere chi aveva subito danni durante l’alluvione che colpì la zona.
Sui social, tanti i messaggi di cordoglio che raccontano chi era Carmelo per chi lo conosceva. “Caro Carmelo, esistono poche persone come te. Il dolore è devastante, ma sono convinta che un giorno ci rivedremo… in un paradiso dove non ci sarà più sofferenza né morte”, scrive Isabella. E ancora, Fausto, incredulo: “L’ho capito quando stamattina non rispondevi al telefono. Ciao Carmelo”.
La tragedia si è consumata in pochi istanti. Il suo ingresso nel deposito Eni è stato registrato alle 10.16 e 20 secondi, appena quattro minuti prima dell’esplosione. Autista esperto della Rat (Raggruppamento Autotrasportatori Toscani) e, in passato, guardia giurata per Eni, Carmelo era stimato e benvoluto dai colleghi, che oggi lo ricordano come un lavoratore serio e preparato.