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Gubbio, ultima lettera di Samuel: "Serve capire cosa ci fa felici o saremo adulti tristi"

Il ragazzo di diciannove anni morto sul lavoro nell'esplosione: ecco i suoi pensieri in uno scritto che avrebbe dovuto leggere a una manifestazione teatrale

Samuel Cuffaro, 19 anni

Gubbio (Perugia), 8 maggio 2021 - Una lettera che diventa un testamento. Parole che oggi risuonano a Gubbio, tra la gente, quelle scritte pochi giorni prima di morire da Samuel Cuffaro, 19 anni, morto sul lavoro. Era uno studente-lavoratore che aveva creduto nel progetto dell'azienda coinvolta nell'esplosione nel pomeriggio di venerdì 7 maggio.

Un'esplosione che ha cancellato due vite, la sua e quella di Elisabetta D'Innocenzo, 52 anni. Samuel, si dice in questi casi, aveva tutta la vita davanti. Quella vita che, nonostante le difficoltà di tutti i ragazzi della sua età, alle prese con un futuro incerto, voleva comunque vivere. Cercando di essere felice. Perché, dice, proprio capendo cosa rende felice una persona a diciannove anni questa persona non sarà un adulto triste.

Parole che adesso vengono diffuse via Facebook da Riccardo Tordoni, che fa parte del progetto teatrale nel quale era anche Samuel. Proprio Samuel, in una manifestazione a Gubbio in programma in questo sabato 8 maggio, avrebbe dovuto leggere il suo scritto. Rispondendo alla domanda "Come stai?". Ecco cosa Samuel, prima di morire, aveva scritto. 

Mi sento perso. Mi sento proprio abbandonato a me stesso. Sento una libertà interiore data dalla mia età probabilmente. Ma fuori di me c'è il caos, sento che appena ho un confronto con la realtà di questa città mi si smonta l'idea di mondo felice. Vedo che è difficile esporsi come persona sincera, perché le persone ti giudicano anche per come respiri. Vedo molti giovani che si perdono nel trovare un modo di approccio con i genitori. Vedo e sento tante mentalità chiuse e mi dispiace molto per questo. Mi mancano più sicurezze nella vita. Sto capendo che siamo pieni di incertezze. Sogno di non perdermi più su stupidaggini e cose superficiali, sogno di arrivare al fulcro della situazione e riuscire a convivere con l'inferno.

Purtroppo le grandi aziende o la gente con più soldi di noi ci comanda. Quindi c'è sicuramente gente che sta meglio di noi. Ma i soldi non fanno la felicità completa. Secondo me la felicità consiste nello stare bene prima di tutto con se stessi e con gli altri. Secondo me la vera potenza nel mondo, anche in questo momento, non sono i soldi ma è l'energia che ci lega, quell'energia che nel silenzio ci accomuna a tutti. L'energia che ci dona la vita. Dentro me sento un'energia illimitata. Sento un'energia che non dipende solo da me, ma anche da voi.

E secondo me se riusciamo ad alimentare bene le nostre energie potremmo arrivare a fare grandi cose. E non parlo di pensioni, strade o cose che hanno a che fare con lo stato. Ovviamente sarebbe bello eliminare tutti i problemi che ha il nostro stato, ma purtroppo le mafie non ce lo permettono. Ma possiamo lavorare sull'amore che trasmettiamo a noi stessi e a gli altri. Parlando personalmente è l'unica cosa che mi tiene veramente in vita, oltre l'ossigeno e il cibo.

Dobbiamo capire veramente cosa ci rende felici nella vita o finiamo ad essere tristi quando avremo una maggiore età. Comunque io sto bene, non mi è mancato mai nulla nella vita. Anche se potevo avere molto di più non mi lamento perché c'è tanta gente che soffre e che ha sofferto molto più di me. Mi piace essere empatico, vedo e sento tante persone tristi e non sono contento per questo. Cerchiamo di unire tutti le nostre energie in un canale positivo, vedrete che ne varrà la pena.

Pace e amore

Samuel