Bargi (Bologna), 10 aprile 2024 – “Lo scenario che abbiamo davanti non ci fa pensare alla possibilità che ci siano superstiti”. Lo dice, senza girarci troppo intorno, il dirigente comunicazione ed emergenza vigili del fuoco Luca Cari. Lui c’era anche il 16 febbraio scorso in via Mariti, cantiere Esselunga di Firenze, dove a perdere la vita furono cinque operai.
Intrappolati nella stanza al livello -9 della centrale Enel Green Power di Bargi, comune di Camugliano, ci sono invece ancora quattro persone, tra cui un uomo di 36 anni nato a Pontedera, si tratta di Alessandro D'Andrea, originario della città toscana ma residente nel Milanese. D’Andrea è dipendente della Voith Hydro di Cinisello Balsamo. Gli altri dispersi sono Paolo Casiraghi, residente a Milano; Adriano Scandellari, residente a Mestre e Vincenzo Garzillo di Napoli.
I loro nomi potrebbero presto affiancarsi a quelli di Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno ma residente nel Torinese; Mario Pisani, tarantino di 64 anni; e Vincenzo Franchina, messinese che avrebbe compiuto 36 anni tra un mese.
Sulle montagne dell’appennino bolognese, in una cornice che da sogno si è trasformata in tragedia, i morti potrebbero insomma salire a 7. Le operazioni dei vigili del fuoco sono andate avanti per tutta la notte, ma a complicare l’intervento c’è il livello del lago di Suviana che ha cominciato ad alzarsi. Per consentire alle squadre dei vigili del fuoco e dei sommozzatori della guardia di finanza di intervenire è quindi necessario mettere in sicurezza l’impianto. E il tempo, in questo, non è alleato dei soccorsi.
L’unica, flebile speranza è che gli operai al -9 siano riusciti in qualche modo a trovare una via di fuga che li abbia messi al riparo dalle acque. Acque fuoriuscite da uno dei tubi di raffreddamento della turbina che è saltata dopo l’esplosione. Un miracolo al quale nessuno, però, sembra disposto a credere.
Chi erano gli operai coinvolti nell’esplosione
All’interno della centrale Enel Green Power di Bargi lavorano diverse ditte esterne. Dal maggio dello scorso anno era in corso un’importante opera di manutenzione dell’impianto che nella giornata di ieri prevedeva il collaudo di una turbina. L'esplosione sarebbe partita da lì e avrebbe interessato anche l’alternatore che trasforma in elettricità l’acqua che arriva dalla montagna. Quella del lago, invece, serve al raffreddamento delle macchine. All’interno della centrale, ai livelli -8 e -9, erano quindi impegnati lavoratori provenienti da tutta Italia.
Si tratta di operai iper specializzati che non fanno necessariamente parte del personale interno di Enel Green Power, trasfertisti che per mettere un piatto in tavola lasciano a casa per settimane mogli e figli. Vengono chiamati in base al tipo di intervento che c’è da fare e restano al lavoro per il tempo necessario. Le loro professionalità sono sempre particolarmente ricercate.
Cosa stavano facendo gli operai alla centrale di Bargi
Cosa è successo e su cosa stavano lavorando gli operai? Su questo si indirizzano le indagini aperte dalla procura di Bologna sulla strage della centrale, anche grazie alle testimonianze dei tre operai illesi o quasi. Erano 15 in tutto, di 3 ditte e stavano lavorando ad attività di collaudo della turbina. Nella centrale c’era anche una classe in gita.
L'esplosione si è verificata attorno alle 15 di ieri, provocando un fortissimo boato e rendendo l'aria irrespirabile. A scatenare l’inferno sarebbe stato un incendio dovuto all’esplosione di una turbina al livello -8. In quel momento gli operai stavano effettuando un collaudo in seguito ad un importante intervento di manutenzione che stava andando avanti da circa un anno. Lo scoppio ha provocato il crollo del solaio e la rottura dei tubi di raffreddamento. L’acqua e i detriti hanno quindi invaso il piano sottostante, al livello -9, dove si trovavano altre persone al lavoro. I dispersi, tra cui l’operaio di Pontedera, dovrebbero trovarsi tutti lì.