REDAZIONE CRONACA

Ex Gkn di Campi, doppia mobilitazione del Collettivo di Fabbrica e Fridays For Future

Due giornate di mobilitazioni convergenti: lo sciopero globale del 25 marzo per la giustizia climatica e la protesta nazionale “Insorgiamo” del 26 marzo a Firenze

Manifestazione di operai della Gkn (foto Giuseppe Cabras/ New Press Photo)

Campi Bisenzio (Firenze), 2 marzo 2022 - Il Collettivo di Fabbrica ex Gkn e Fridays For Future Italia annunciano due giornate di mobilitazioni convergenti: lo sciopero globale del 25 marzo per la giustizia climatica e la protesta nazionale “Insorgiamo” del 26 marzo a Firenze.

Le tute blu della fabbrica ex Gkn, ora Qf spa, sono adesso in cassa integrazione ma l'impegno sociale e civile non viene meno. E proprio in questa ottica si rafforza il rapporto di collaborazione con il movimento ambientalista. "La crisi climatica è una crisi del clima ma soprattutto delle relazioni determinate dall'essere umano. E’ il risultato di uno sviluppo sociale che tutt’oggi altera e peggiora la vita delle persone, contaminando il loro rapporto con il lavoro, la precarietà, la sanità, la mobilità, con l’ambiente e con la cura dell’altro. E’ l’attuale modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale che bisogna ripartire" sostiene il Collettivo di Fabbrica in una nota.

Le date di mobilitazione del 25 e 26 marzo sono esplicitamente collegate, nello spirito, nel programma e nella preparazione, dal fil rouge della transizione ecologica e lavorativa. "E visto che non esiste processo più inquinante della guerra - per il suo impatto ambientale e per come ridefinisce le priorità economiche e sociali dei paesi – il 25 e 26 marzo non potrà che essere anche una scadenza di lotta contro la guerra" continua la nota del Collettivo.

Entrando nei dettagli della convergenza, il Collettivo e il movimento ambientalista dichiarano: "Non permetteremo mai più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica. Né permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro un rallentamento o una deviazione nella transizione ecologica e climatica. La transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento. Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine".

Per gli operai di Campi "in una reale transizione ecologica il lavoro inquinante cessa gradualmente di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre, definendo modelli di produzione, trasformazione e consumo al servizio della comunità piuttosto che del capitale, nei limiti delle biocapacità del pianeta".

Il Collettivo di Fabbrica e Fridays For Future Italia chiedono, quindi, "di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario perché le quote di lavoro siano ugualmente redistribuite tra tutta la popolazione. E’ possibile lavorare meno e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare". E sostengono che "non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone - per povertà salariale o per precarietà - sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica, sono sotto ricatto lavorativo o non hanno alcun orizzonte se non lottare per il proprio contratto in scadenza". E questo le tute blu lo hanno vissuto (e lo stanno ancora vivendo visto che la vertenza non è chiusa) sulla propria pelle. "La vicenda Gkn ci insegna che essere salariati sotto ricatto limita la nostra possibilità come persone e cittadini di dedicarci alle lotte a cui teniamo, nonché di essere attivamente partecipi del cambiamento. Liberarci dal ricatto significa riappropriarci del diritto di incidere sulla politica del paese e acquisire nuovo potere decisionale sulle nostre vite" recita ancora la nota del Collettivo di Fabbrica.

 

Barbara Berti