ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Un ospedale nell’ex Rifle, dalla fabbrica di jeans alle cure specialistiche: il progetto nel Mugello

L’idea è di un soggetto privato che include il proprietario Fratini. Ma prevede una forte connessione con il sistema sanitario pubblico e di rispondere ai bisogni della gente. Molte fughe verso la Romagna

L’edificio ex Rifle potrebbe essere al centro di un’importante riqualificazione

L’edificio ex Rifle potrebbe essere al centro di un’importante riqualificazione

Firenze, 26 settembre 2024 – Si lavora per dare nuova vita all’ex stabilimento Rifle a Barberino di Mugello, un pezzo di storia toscana nel mondo. Un immobile abbandonato che con un colpo di rigenerazione urbana – a zero consumo di suolo – potrebbe rinascere, trasformandosi in un ospedale. Il progetto c’è.

E’ di un soggetto privato, un gruppo all’interno del quale figura anche l’imprenditore Sandro Fratini, a lungo condottiero della stessa Rifle, storico brand di famiglia. La formula è da definire, project financing o similia, in ogni caso una realtà convenzionata e fortemente connessa con il sistema sanitario pubblico.

Qual è l’idea progettuale di cui si discute? Il Mugello conta circa 63mila abitanti e alle esigenze di salute della popolazione risponde – oltre alla sanità territoriale e alla medicina di famiglia – l’ospedale di Borgo San Lorenzo. Tuttavia proprio il Mugello fa registrare un potente segno negativo nel bilancio sanitario regionale alla voce mobilità passiva: al top delle fughe per farsi curare in altre regioni figura l’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia. E di gran lunga la specialistica chirurgica ortopedica è in cima alla classifica. Il maggior numero di fughe si registra nelle zone di confine e il Mugello è proprio una di queste.

Tenendo conto delle necessità della popolazione, viste le continue migrazioni nella vicina Romagna, la casa di cura joint venture tra pubblico e privato, potrebbe nascere come ospedale monospecialistico per la chirurgia ortopedica (sulla base dell’esperienza del San Pietro Igneo di Fucecchio) ma anche come ospedale di comunità, per ospitare i posti letto di cure intermedie (longterm care) di cui la Toscana è particolarmente affamata, dopo la drastica riduzione di posti letto negli ospedali per acuti. Non a caso i decreti nazionale per la riorganizzazione sanitaria prevedono case e ospedali di comunità, la cui realizzazione è programmata anche nella Missione 6 del Pnrr.

Il progetto dell’ospedale negli ambienti Rifle non si ferma qui. Anche perché lo stabilimento ha spazi per 60mila metri quadri e, senza bisogno di fare due conti, risulta più grande del Santo Stefano di Prato (54mila metri quadri). L’intenzione sarebbe quella di offrire una specialistica d’eccellenza per cui i cittadini del Mugello, assieme all’ospedale di Borgo San Lorenzo, non siano costretti a migrare nella vicina Romagna oppure a scendere a Firenze. Il progetto è arrivato sui tavoli della Regione che lo ha poi trasmesso per competenza all’Asl Toscana centro per le valutazioni del caso.

Mentre dal Comune di Barberino di Mugello dovrà transitare l’iter di variazione di destinazione d’uso: da fabbrica a struttura sanitaria è un salto importante. L’operazione consentirebbe anche una riqualificazione significativa della porzione territoriale su cui insiste l’immobile ormai abbandonato.