Firenze, 17 maggio 2020 – Il lockdown di questi mesi e il rischio indebitamento potrebbero essere, anche a Firenze e sul territorio metropolitano, una porta aperta verso il ricorso a prestiti d’usura. Approfittando di questo delicato momento segnato dall’incertezza che accompagna la Fase 2, la criminalità che svolge attività usuraia potrebbe approfittarne e avere una maggiore facilità di infiltrazione nelle imprese. A dirlo è Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana, commentando i rischi a cui sono esposte le aziende a fine lockdown: “L’usura è un fenomeno strisciante e questo periodo è terreno fertile per il suo diffondersi. L’usura ‘entra’ per problemi di liquidità e le prime cause sono sempre contributi e affitti: un’azienda che non opera deve comunque pagare i contributi dei dipendenti, oggi solo rimandati; e gli affitti: ci sono attività chiuse che continuano a pagare cifre da capogiro”.
“È un fenomeno che mettiamo in conto - ha affermato Cioni - ma come spesso accade l’usura resta nel sommerso e difficilmente viene a galla, così ci è difficile intervenire. Queste storie vengono fuori quando avviene un episodio clamoroso o addirittura in caso di suicidi”. In realtà gli strumenti per intervenire, ha spiegato il presidente di Cna, ci sono: “Se un’azienda ‘alza la mano’ e lamenta un problema, ci sono protocolli da seguire, che congelano la situazione bancaria e la accompagnano per superare la difficoltà”, grazie anche alla collaborazione tra associazioni di categoria e istituzioni, prima di tutte la Prefettura. Due anni fa, appena arrivata a Firenze, il prefetto Laura Lega istituì un tavolo con le associazioni e il sistema bancario proprio sul rischio usura; ancora nei giorni scorsi la Prefettura fiorentina ha promosso la stipula di un protocollo regionale per agevolare l’accesso al credito e velocizzare i tempi di erogazione dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie in difficoltà a causa del virus, sottoscritto dai prefetti di tutta la Toscana, dalle associazioni di categoria, con Banca d’Italia, Abi e Agenzia delle entrate. “In queste settimane - ha proseguito Cioni - stiamo lavorando a un protocollo sugli affitti, insieme alle associazioni dei proprietari immobiliari: il crimine organizzato potrebbe approfittare di questo contesto di crisi, ma questo può essere bloccato e locatari e locatori si devono venire incontro. Noi abbiamo chiesto a livello nazionale l’istituzione di un fondo indennizzi per i mesi di chiusura totale e abbiamo chiesto sconti proporzionati ai cali di fatturato documentabili. Abbiamo trovato grande disponibilità da parte delle associazioni che rappresentano i proprietari”. Per Cioni soprattutto in questa fase, è importante aiutare le aziende con difficoltà di accesso al credito, e in questo possono essere d’aiuto proprio le associazioni di categoria. “Spesso si tratta di piccole cifre, e le associazioni, con i consorzi fidi, possono aiutare molto facendo da garanti con le banche. È una risposta importante per aiutare chi è in difficoltà, non solo per evitare che finisca nelle mani degli usurai, ma anche che si affidi a prestiti poco trasparenti e comunque con tassi altissimi”. Il rischio c’è per tutti gli imprenditori perché l’usura è una “macchina criminale non estemporanea”, “inizia - ha aggiunto Cioni - con un conoscente che ti presenta qualcuno, spesso del tuo stesso giro, poi si passa di mano in mano, fino ad arrivare a soggetti pericolosi. Si pensa che l’usuraio sia un uomo con i soldi disponibile a prestarli, ma ormai non esiste più questa figura: l’usura è uno strumento criminale portato avanti da un sistema criminale ‘industriale’”.
Maurizio Costanzo