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Festa andata deserta, il sociologo Scalia: “Sintomo di immaturità sociale”

“Viviamo in una società isterica, che tende al vittimismo e a problematizzare le relazioni sociali, fino al punto da non saperle proprio gestire”

Festa andata deserta, parla il sociologo

Festa andata deserta, parla il sociologo

Firenze, 13 novembre 2024 – L’inattesa desolazione al compleanno della piccola di cinque anni, rimasta senza neanche un compagno alla sua festa a Camucia, è un episodio che, secondo il sociologo Vincenzo Scalia, punta i riflettori su una dinamica più ampia di fragilità relazionale. Scalia, docente all’Università di Firenze, ipotizza che dietro l’accaduto non ci sia solo un malinteso organizzativo ma anche un riflesso di una società sempre più immersa nella spettacolarizzazione dei legami sociali e nell’incapacità di gestirli in modo sano. “Viviamo in una società isterica, che tende al vittimismo e a problematizzare le relazioni sociali, fino al punto da non saperle proprio gestire. Nella vicenda, vedo tanta immaturità. Le persone tendono a sfuggire al confronto reale e a cercare risposte immediate e virtuali, spesso con un’eco amplificata e distorta dai social media."

Vincenzo Scalia
Vincenzo Scalia, sociologo dell’Università di Firenze

Scalia riflette su come la vicenda possa essere il risultato di difficoltà relazionali o malintesi tra genitori: "Si poteva risolvere con una semplice telefonata o un incontro davanti a un caffè, invece è esplosa sui social”, osserva. Insomma, spesso la comunicazione digitale rischia di compromettere i legami autentici. "Il confine tra pubblico e privato è polverizzato e ci troviamo con adulti che non riescono più a strutturare relazioni interpersonali solide. La spettacolarizzazione colma i vuoti relazionali”.

Anche la dimensione pubblica, con il coinvolgimento delle istituzioni, sembra aver esasperato la situazione: "Che un sindaco debba chiedere scusa per una mancata festa tra bambini mi pare incredibile - sorride Scalia -. Forse, c’è stato un equivoco alla base. O forse la distanza tra il luogo di residenza e il luogo della festa, organizzata in un giorno di lavoro, possono aver contribuito a creare difficoltà organizzative. Bisognerebbe indagare più a fondo e capire se ci sono stati screzi tra genitori che, però, certo non sarebbero mai dovuti culminare in una generale assenza ad un compleanno di una bimba che, comunque, avrà tutta la vita per rifarsi. È piccolina per capire davvero cosa sia accaduto, ma tutto dipenderà da quello che le trasmetteranno i genitori. Insomma, la realtà è proprio sfuggita di mano, in ogni senso. E che brutta figura fa la politica… Attribuisce alla vicenda significati che non ha”.