REDAZIONE CRONACA

L'8 dicembre 1854 è stata proclamata la festa dell'Immacolata Concezione

Già celebrata dall'XI secolo, la solennità richiama al culto della Madre del Signore. Il dogma è stato proclamato da Pio IX

L'Immacolata concezione di Piero di Cosimo (Ansa)

L'Immacolata concezione di Piero di Cosimo (Ansa)

Firenze, 8 dicembre 2022 - Il dogma dell’Immacolata Concezione venne promulgato nella Cappella Sistina dal beato Pio IX l'8 dicembre del 1854. In base a questo principio, fondamentale e incontestabile per i credenti, la Vergine Maria, che fu piena di grazia e benedetta tra tutte le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, fu preservata immune da ogni macchia della colpa originale. Immacolata Concezione significa appunto la nascita di Maria senza il peccato originale. L’8 dicembre per i fedeli cattolici è dunque la festa dell'Immacolata Concezione. Già celebrata dall'XI secolo, la solennità richiama al culto della Madre del Signore. In base al dogma, la Vergine Maria, pur essendo stata concepita dai suoi genitori, i Santi Anna e Gioacchino, così come vengono concepite tutte le creature umane, non è mai stata toccata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Come tradizione il Papa in questo giorno si reca in piazza Mignanelli, attigua a piazza di Spagna a Roma, sotto la colonna dell'Immacolata Concezione per rendere omaggio alla Madonna in occasione della sua festa. Come avviene dal 1923, i Vigili del Fuoco con l'autoscala portano la corona di fiori, dono del pontefice, in cima al monumento. Papa Pio IX, nel 1870, proclamò anche il dogma dell’infallibilità pontificia, durante il Concilio ecumenico Vaticano I. Nasce oggi Orazio Flacco nato l’8 dicembre 65 a.C. Poeta latino, figlio di un liberto, fu educato a Roma e ad Atene e fu amico di Virgilio e Mecenate, che gli donò una villa in Sabina. Fu il poeta dell’ ‘aurea mediocritas’ intesa come ideale di equilibrio etico tra capacità di rinuncia e piaceri immediati colti nel quotidiano, ispirati a un intenso senso del presente e della vita fugace: famosa la sua frase “carpe diem” che invita a cogliere l’attimo fuggente. Combattè a Filippi con i cesaricidi, ma poi celebrò Augusto e la grandezza di Roma nel ‘Carme secolare’. La pacificazione augustea fu da lui salutata come garanzia di ordine, di ‘otium’. Stilista sublime, la sua espressione nobile e mai ermetica è raffinata dal ‘labor limae’. Ha scritto: “Una delle peggiori tragedie dell’umanità è quella di rimandare il momento di cominciare a vivere. Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell’orizzonte, invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre”. Maurizio Costanzo