Fibromi uterini: sintomi e cure innovative. In Toscana il 5,9% delle donne sottoposto a isterectomia

Con le tecniche mini-invasive si possono curare i sintomi senza dover asportare l’utero

Una sala operatoria

Una sala operatoria

Firenze, 20 giugno 2024 – I fibromi uterini, tumori benigni della muscolatura dell'utero, colpiscono circa il 25% delle donne in età riproduttiva. Tra queste, circa il 10% necessita di un trattamento chirurgico, secondo un report del 2022 dell'osservatorio Gimbe.

In Toscana, lo stesso report ha rivelato che nel 2020 il 5,9% della popolazione femminile è stata sottoposta a un intervento di isterectomia – l'asportazione dell'utero – per trattare i sintomi legati alla fibromatosi uterina. Questa procedura, sebbene efficace, è invasiva e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita delle donne.

Fortunatamente, le moderne tecniche mini-invasive offrono alternative meno drastiche per la gestione dei sintomi associati ai fibromi uterini.

I miomi uterini, detti anche fibromi, sono ‘processi espansivi benigni dell’utero’ molto comuni e, se numerosi e voluminosi, possono provocare vari sintomi: pesantezza e gonfiore pelvico, sanguinamento mestruale prolungato, ciclo irregolare o di durata troppo lunga, perdite intercorrenti tra i cicli mestruali, problemi di infertilità, difficoltà a portare a termine una gravidanza e discomfort sessuale, sintomatologia dolorosa associata all'atto sessuale.

Le tecnologie ad oggi disponibili permettono di trattare la miomatosi uterina sintomatica con tecniche mini-invasive come l’embolizzazione e la termoablazione, riducendo al minimo i tempi di ricovero e il fastidio post-operatorio. Le procedure vengono eseguite in sedazione, in day hospital o con un breve ricovero.

“L’embolizzazione - spiega il dottor Claudio Raspanti, specialista in Radiologia Interventistica, che si occupa del trattamento mini-invasivo della miomatosi uterina sintomatica e ha eseguito attività clinica e di ricerca presso il St. George’s Hospital di Londra - consiste nella riduzione del flusso sanguigno diretto ai miomi ottenuta mediante l’iniezione di piccole particelle nelle arterie uterine, mentre la termoablazione consente il trattamento mirato dei singoli fibromi: il risultato è una sensibile riduzione volumetrica dei miomi e la regressione della sintomatologia associata”.

A Villa Donatello è possibile eseguire questi interventi grazie alla presenza di tecnologie all’avanguardia: un angiografo di ultima generazione, equipaggiato con potenti software di ricostruzione delle immagini, che garantisce i massimi standard di sicurezza per l’embolizzazione, ed ecografi di alta gamma che consentono un controllo ottimale durante la termoablazione dei fibromi uterini. Ogni caso viene valutato da un’equipe multidisciplinare di radiologi interventisti e ginecologi, per offrire l’opzione terapeutica più adatta.

“Nei casi di donne giovani che vogliono andare incontro a una gravidanza - spiega ancora Raspanti - è dimostrata una superiorità della miomectomia classica per via laparoscopica, per ottenere i migliori risultati anche in termini di fertilità. L’embolizzazione da questo punto di vista è un po’ meno efficace, per cui solitamente viene riservata a donne con fibromi multipli o fibromi di grosse dimensioni, che hanno già avuto figli, che sono più prossime alla menopausa o che comunque non hanno un desiderio di maternità, per le quali l'alternativa sarebbe una isterectomia”.