
Da sinistra il professor Alessandro Rosina, Nicola Sciclone (Irpet), Erika Pontini, responsabile della Cronaca di Firenze del nostro giornale, il professor Mauro Magatti e Massimiliano Valerii (Censis)
Firenze, 22 aprile 2023 – In Toscana, nel 1962, il 15% della popolazione aveva meno di 11 anni; oggi appena il 9%. Al contrario gli over 85 sono passati dall’1 al 4%. E se ora abbiamo il 14% di over 75, nel 2050 arriveranno al 22%. È la fotografia (dati Irpet) di una regione che invecchia e registra sempre meno nascite, in linea col dato nazionale. A questo tema è stata dedicata la tappa fiorentina de "I Dialoghi di Spirito Artigiano", organizzata da Confartigianato Imprese Toscana. Moderato da Erika Pontini, capocronista de "La Nazione" di Firenze, il dibattito è partito dal quaderno "La crisi demografica italiana: giovani e qualità del lavoro", scritto per la Fondazione Germozzi da Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e Statistica sociale dell’Università Cattolica di Milano. A portare i saluti iniziali Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana; Alessandro Sorani, presidente per Firenze; Bernard Dika, portavoce del presidente Giani; Sara Funaro, assessora di Palazzo Vecchio e il presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, che ha evidenziato come "per le Pmi, le persone e il capitale umano siano il reale valore aggiunto". Quindi il confronto fra lo stesso Rosina; Giulio Sapelli già ordinario di Storia economica all’Università di Milano; Mauro Magatti ordinario di Sociologia della Cattolica di Milano; Massimiliano Valerii, direttore del Censis, e Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet. "L’Italia è uno dei Paesi con più forti squilibri – ha detto il professor Rosina – perché finora abbiamo sottovalutato le conseguenze della crisi demografica. Abbiamo sia una bassa natalità che una bassa occupazione femminile e se non affrontiamo i problemi anche gli immigrati si troveranno a doverci fare i conti. Eppure gli esempi virtuosi ci sono: Germania e Svezia".
"È anche la qualità della popolazione a essere determinante – ha proseguito il professor Sapelli – e dobbiamo ricordare che la procreazione non è legata solo a un fattore monetario: fare figli richiede speranza nel futuro. Serve una battaglia su cultura e formazione". "Non fare figli ha motivazioni complesse – ha detto il professor Magatti -. Riprendendo un detto africano: per crescere un bambino ci vuole un villaggio. In Italia le istituzioni non riescono a gestire le complessità e, in politica, c’è una componente ideologica". "I passi da fare sono chiari – ha proseguito il direttore del Censis, Valerii – sostegno alla genitorialità, incremento dell’occupazione femminile, una visione chiara sulla questione migratoria". "La Toscana è in linea con il dato nazionale – ha commentato il direttore di Irept, Sciclone –. Dal 1962 al 2022 gli over 35 sono aumentati di 837mila unità, mentre gli under35 sono calati di 450mila. L’età media al parto è salita da 28 a 32,5 anni; i nati sono passati da 42mila a 22mila l’anno, mentre i morti da 32mila a 48mila. Così, il saldo naturale annuale è sceso da +10mila a -20mila persone".