STEFANO BROGIONI
Cronaca

I soldi per le campagne Toti, il ras dei rifiuti e quei 195mila euro. La rete dei finanziatori

L’inchiesta ligure: per i magistrati, i fondi sono stati erogati eludendo le regole sulla trasparenza. Il gip: "Società in difficoltà economiche elargivano somme cospicue"

Genova, 9 maggio 2024 – “Poi ci si infila dentro anche roba della discarica di Colucci, che voglio parlargliene a voce". È il 10 marzo del 2021 e su queste parole del governatore ligure Giovanni Toti al suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, convergono all’improvviso due inchieste, dando vita a una nuova, quella che porterà al terremoto di questi giorni. In quel momento, infatti, la procura genovese ha un fascicolo aperto per corruzione elettorale per i voti dei ‘riesini’ che sarebbero stati portati alla causa del governatore per tramite di Cozzani, e una per l’ipotesi di finanziamento illecito a Toti iscritta a carico proprio di Pietro Colucci.

L’imprenditore Pietro Colucci, presidente di Waste Italia
L’imprenditore Pietro Colucci, presidente di Waste Italia

Colucci, 54 anni, napoletano, ras delle discariche del centronord, presidente del gruppo Waste Italia srl, ha infatti contribuito alle campagne elettorali dell’ex giornalista Mediaset eletto per la prima volta nel 2015 e riconfermato cinque anni dopo. Ma, secondo i pm, Colucci avrebbe donato al candidato senza che il cda delle sue aziende finanziatrici della politica avesse votato il contributo e senza che esso finisse poi a bilancio, come previsto dalla legge.

Ma quelle parole di Toti, captate ascoltando Cozzani, accendono i riflettori e allargano le intercettazioni della guardia di finanza sul leader di piazza De Ferrari.

Colucci, hanno accertato le fiamme gialle, all’epoca della telefonata tra Toti e il suo capo di gabinetto, ha rapporti nella regione e con la Regione.

A Savona, tramite le società Green Up ed Ecosavona gestisce due discariche. In più, ha delle pendenze aperte con l’ente: Green Up ha richiesto un ampliamento della sua discarica di Vado Ligure e la Ecosavona ha presentato un’analoga domanda per il sito di Boscaccio.

La prima richiesta, avanzata il 31 maggio 2017, è stata autorizzata dalla Regione l’11 aprile dell’anno dopo. La seconda domanda è invece ancora pendente. I finanzieri si concentrano sulle date: il 18 marzo 2016, la Innovatec spa dona al comitato Change di Toti 10mila euro. Un’altra società riferibile alla galassia Colucci, la Sun Rt 02, il 18 aprile 2017 sborsa 15mila euro. L’11 giugno e il 6 dicembre 2018 la Aker srl versa 50 e 40mila euro ancora a Change; il 7 maggio 2019 la Innovatec eroga 20mila euro; il 20 maggio 2019 Diaspa spa sborsa 30mila; il 6 dicembre successivo ancora Innovatec bonifica 15mila euro, sempre a Change. Il neonato comitato Toti, il 9 dicembre 2019 ottiene un sostegno di 15mila euro da Sostenya Green. Il 31 marzo 2021, Colucci manda a Toti una ‘erogazione liberale’ di 9mila euro.

Il totale fa 195mila, tutti soldi pagati ai comitati di Toti dribblando la legge sulla trasparenza del contributo e oggi oggetto di un fascicolo a parte, non sfociato in ipotesi di corruzione.

Ma alle fiamme gialle balza agli occhi un’altra stortura: che dal maggio del 2018 il gruppo Waste Italia risulta in concordato preventivo e la Aker cessata al 31 dicembre 2019.

"Pertanto – analizza il gip nell’ordinanza che ha porto ai domiciliari Toti e Cozzani – apparivano quantomeno singolari le cospicue, plurime e non trasparenti ‘elargizioni liberali’ da parte di società pacificamente in difficoltà economiche".