LISA CIARDI
Cronaca

Fine Covid: sanità toscana a due facce. Bene i livelli d’assistenza, male i pronto soccorso

La fine dell’emergenza ha ribadito la bontà della sanità territoriale. Accessi in ospedale in sofferenza e assoluta mancanza di medici di base

Il covid ha stravolto anche le normali attività nelle strutture sanitarie

Il covid ha stravolto anche le normali attività nelle strutture sanitarie

Firenze, 7 maggio 2023 - Con la fine della pandemia sancita dall’Oms anche la Toscana archivia il Covid, che ha registrato purtroppo 11.709 morti, contagiando il 43,4% della popolazione (1.601.530 casi). Ma cosa resta di questo periodo difficilissimo? E come ne siamo usciti? "Se abbiamo superato questo evento eccezionale, gran parte del merito è dell’organizzazione sanitaria e della ricerca scientifica – dichiara Simone Bezzini, assessore regionale alla salute -. Quanto accaduto ha evidenziato il valore della sanità pubblica, dei servizi territoriali e della prevenzione. Purtroppo oggi, a livello nazionale, molte promesse sono rimaste tali. Non tutte le spese delle Regioni sono state rimborsate, inclusi i maggiori costi per inflazione ed energia. Per questo tutte le Regioni, al di là del colore politico, hanno consegnato ai ministri Giorgetti e Schillaci la richiesta di almeno 5 miliardi per sostenere il sistema, oltre alla rimozione dei vincoli alla spesa sul personale".

Intanto, a pesare sui toscani sono le problematiche di tutti i giorni: dai pronto soccorso in affanno alle liste d’attesa. "La Toscana vive una condizione bipolare – prosegue Bezzini -. Da un lato, gli indicatori nazionali ci collocano in ottime posizioni. Penso ai Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr ) che ci vedono secondi solo all’Emilia Romagna, o ai dati Agenas in base ai quali siamo stati gli unici, nel 2022, a fare più visite specialistiche del 2019. Dall’altro lato, abbiamo grandi sofferenze su liste d’attesa, pronto soccorso e mancanza di medici di base, per la carenza di risorse finanziarie e umane".

Proprio le liste d’attesa sono fra le maggiori cause di lamentele dei cittadini. I numeri (aprile) indicano che il 77% delle visite viene erogato nei tempi previsti a livello nazionale; percentuale che sale all’85% per la diagnostica. "Abbiamo recuperato gli arretrati legati al Covid - prosegue Bezzini – ma siamo di fronte a una situazione complessa che vede la richiesta aumentare più dell’offerta, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. Aabbiamo istituito una nuova figura manageriale dedicata all’analisi di domanda e offerta; abbiamo poi autorizzato le Ausl a usare 23 milioni di euro per smaltire le liste, anche in deroga ai tetti di spesa per il personale e per il ricorso al privato convenzionato. Entro fine mese, voteremo anche una delibera sull’appropriatezza delle prescrizioni". Fra le altre strategie della Regione, ci sono la nascita (entro il 2026, con fondi Pnrr) di centrali operative territoriali e ospedali comunità, il potenziamento della telemedicina e, nel 2023, la riforma della guardia medica e dell’emergenza-urgenza. "In questo senso va anche il numero unico europeo 116117 per i bisogni non emergenziali – conclude Bezzini – . La Toscana sarà una delle prime regioni italiane ad averlo, entro il 2024".

A maggio è in arrivo poi una delibera con innovazioni organizzative e incentivi economici per i pronto soccorso. Ma il Covid ha avuto almeno un effetto positivo: la digitalizzazione. "La Toscana ha sfruttato al massimo l’infrastruttura tecnologica - dice Andrea Belardinelli, responsabile regionale della Sanità digitale -. Si pensi al portale per i tamponi (oltre 2.680.000 prenotazioni), a quello per i vaccini (4,5 milioni di prenotazioni), alla App per distribuire le mascherine (40 milioni in pochi mesi), a 68 milioni di ricette mediche inviate via Sms e alle televisite. È stato un periodo difficile, ma ha consentito innovazioni che forse avrebbero impiegato anni per essere introdotte".