MICHELE BRANCALE
Cronaca

Fine vita e "suicidio assistito". I vescovi toscani: "Il diritto non è morire, ma la cura"

"Pensiamo alla nostra storia, più che a 'leggi simbolo'"

Fine vita, i vescovi toscani: "Fedeli a un’eredità di cura, no a leggi simbolo”

Fine vita, i vescovi toscani: "Fedeli a un’eredità di cura, no a leggi simbolo”

Firenze, 29 gennaio 2025 -  I vescovi toscani, riuniti a Livorno per il consueto incontro, hanno deciso di offrire punti di discussione sul dibattito relativo al fine vita, in particolare su quello che forse, con poca grazia, viene chiamato "suicidio assistito".

La Cet, che si è riunita a Livorno, ha ritenuto "opportuno offrire alcuni spunti al dibattito sulla proposta di legge regionale" che presto verrà discussa in aula.

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"Siamo consapevoli che questa proposta di legge assume per molti un valore simbolico, nel senso che si chiede alla Regione Toscana di 'forzare' la lentezza della macchina politica statale chiamata a dare riferimenti legislativi al tema – importantissimo - del fine vita", scrivono i vescovi.
"Vorremmo in primo luogo - aggiungono -  invitare i consiglieri regionali e i dirigenti dei loro partiti a non fare di questo tema una questione di 'schieramento' ma di farne un’occasione per una riflessione profonda sulle basi della propria concezione del progresso e della dignità della persona umana".
In questo senso può essere d’aiuto la lettura attenta del documento 'Dignitas infinita' pubblicato recentemente dal Dicastero per la Dottrina della Fede, "che esprime nel modo più attuale la visione che nasce dall’esperienza cristiana, offrendo un contributo significativo su questi temi di grande drammaticità".
Altro elemento che può aiutare a fare una scelta legislativa "è proprio la storia della nostra Regione. Nella cura delle persone in condizione di fragilità la Toscana è stata esempio per tutti: la nascita dei primi ospedali, dei primi orfanotrofi, delle associazioni dedicate alla cura dei malati e dei moribondi, come le Misericordie, e poi tutto il movimento del volontariato, sono un’eredità che continua viva. Ci sembra che in un momento di crisi del sistema sanitario regionale, più che alla redazione di 'leggi simbolo', i legislatori debbano dare la precedenza al progresso possibile anche nel presente quadro legislativo, in un rinnovato impegno riguardo alle cure palliative, alla valorizzazione di ogni sforzo di accompagnamento e di sostegno alla fragilità".
La vita umana "è un valore assoluto, tutelato anche dalla Costituzione: non c'è un 'diritto di morire' ma il diritto di essere curati e il Sistema sanitario esiste per migliorare le condizioni della vita e non per dare la morte".
Anche per parte loro i vescovi toscani vogliono "affermare la necessità di leggi nazionali aggiornate e siamo disponibili al dialogo e all’approfondimento sul grande tema del fine vita, pronti ad ascoltare e ad apportare, per la passione per ogni persona umana che impariamo da Gesù Cristo e che viene offerta a tutti come contributo libero alla nostra società".