Fine vita, svolta in Toscana: parere favorevole per il suicidio assistito alla 54enne malata di sclerosi multipla

Dopo aver negato per settimane la richiesta di morte assistita alla signora, l'azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest ha comunicato il suo parere favorevole

Filomena Gallo,  segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale della signora

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale della signora

Firenze, 26 luglio 2024 – Si è sbloccato l'iter per l'accesso al suicidio medicalmente assistito della 54enne toscana, paralizzata a causa di una sclerosi multipla. Dopo aver negato per settimane la richiesta di morte assistita alla signora, l'azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest ha comunicato il suo parere favorevole: la donna possiede tutti e 4 i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito in Italia.

Da oggi, se confermerà la sua volontà, potrà procedere a porre fine alle sue sofferenze. La Commissione medica della azienda sanitaria ora aspetta di sapere le modalità di esecuzione e il medico scelto dalla donna, in modo da assicurare “il rispetto della dignità della persona”. La revisione del parere della Usl, inizialmente negativo, è avvenuta alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale 135 del 2024 che ha esteso l’interpretazione del concetto di “trattamento di sostegno vitale”.

L'azienda sanitaria, infatti, fino a questo momento, non riconosceva la presenza di questo requisito, in quanto equiparava il rifiuto della nutrizione artificiale (Peg) all’assenza del “trattamento di sostegno vitale”. Nella nuova sentenza i giudici costituzionali, però, hanno chiarito che “non vi può essere distinzione tra la situazione del paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale, di cui può chiedere l’interruzione, e quella del paziente che non vi è ancora sottoposto, ma ha ormai necessità di tali trattamenti per sostenere le sue funzioni vitali”.

“È la prima applicazione diretta della sentenza numero 135 della Corte costituzionale che interpreta in modo estensivo e non discriminatorio il requisito del trattamento di sostegno vitale indicato nella sentenza 242 sul caso Cappato-Antoniani. La signora dopo mesi di attesa e sofferenze, con il rischio di morire in modo atroce per soffocamento anche solo bevendo, potrà decidere con il medico di fiducia quando procedere, comunicando all’azienda sanitaria tempi e modalità di autosomministrazione del farmaco al fine di ricevere assistenza e quanto necessario. Le decisioni della Consulta, che hanno valore di legge, colmano il vuoto in materia dettando le procedure da seguire per chi vuole procedere con il suicidio medicalmente assistito. Il Parlamento ora dovrà adeguare i testi dei disegni di legge su cui sono iniziate le audizioni perché risultano non conformi al giudicato costituzionale alla luce delle motivazioni della Corte secondo cui un intervento organico del legislatore in materia dovrà rispettare i principi affermati nella sentenza n. 135 del 2024 e nelle precedenti decisioni sul caso Cappato-Antoniani (ordinanza n. 207 del 2018, sentenza n. 242 del 2019).”, lo dichiara Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, difensore e coordinatrice del collegio legale della signora.