
Ribery
FIRENZE, 11 Maggio 2021 - Franck sta decidendo. O forse ha già deciso. E l’abbraccio della Fiorentina – ancora per un anno – che gli è stato proposto da Commisso in persona, potrebbe prendere corpo in tempi brevi. Forse brevissimi. Ribery, dunque, come prima mossa in attesa e in vista della stagione del riscatto, del rilancio, della ripartenza. Ingaggio (ridotto rispetto a quello attuale) e durata sono paletti essenziali per arrivare al rinnovo di Ribery, ma c’è un altro punto sul quale Rocco potrebbe aver forzato la mano (e le intenzioni) di FR7: il passo in avanti nella ristrutturazione della Fiorentina. Nuovo allenatore e mercato, dunque, per far rimanere in assoluto in primo piano il carisma e la guida di Ribery in campo e all’interno dello spogliatoio viola. Insomma, corfermare FR7 come leader assoluto.
Del resto non sono passati inosservati i grandi meriti e il lavoro che Franck ha fatto nella crescita e nell’aiutare Vlahovic a diventare un numero uno assoluto. Franck è stato ed è un maestro per Dusan. Consigli, esperienza, cattiveria (sportiva): Ribery trasmette ogni giorno tutto questo al giovane talento viola. Per loro le sedute di allenamento sono un qualcosa che va oltre. Sempre e comunque. Dopo una buona prestazione come dopo un brutto stop. Ribery è stato forse uno dei primi a intuire e vivere in forma diretta le qualità e le doti uniche di un giocatore come è già, e potrà esserlo ancora di più, un campione. Vlahovic, da parte sua, ha scelto FR7 come esempio, come guida, ancor più che semplice e intoccabile mito. Dusan e Franck lavorano insieme, come un fratello maggiore con il fratellino più piccolo. Fratelli con la stessa voglia, la stessa determinazione, con Ribery sempre (ma proprio sempre) a spingere sull’acceleratore dell’orgoglio e della voglia di sognare del giovane bomber.
Vlahovic sa e ha capito subito di avere avuto una fortuna inestimabile a trovarsi accanto un maestro come Ribery, ma Dusan non dimentica anche quanto Prandelli ha fatto per lui, nei mesi in cui il tecnico è tornato a sedersi sulla panchina della Fiorentina. Sì, perché la cronaca di quella Fiorentina, della squadra passata nelle mani di Prandelli, racconta di come l’allenatore abbia deciso di puntare forte su quel giovane centravanti serbo che per poco – nel corso degli affari di gennaio – sarebbe potuto andare altrove. A giocare e a segnare, ovviamente. Ribery, Cesare e poi Iachini. Che a differenza della fase iniziale della stagione, si è trovato a gestire e poter contare su Vlahovic formato campione. Campione che Firenze ha apprezzato, si sta coccolando e che vorrebbe poter vedere in viola il più lungo possibile. Per sempre.