Firenze, 27 settembre 2019 - È un autentico capolavoro il disegno che raffigura la Villa medicea ‘La Petraia’, restaurato per merito dell’Associazione Firenze Donna presieduta da Serena Zavataro Triglia. Era consuetudine infatti degli artisti seicenteschi, uscire dalle mura cittadine, dotati di agili taccuini, su cui ritrarre a penna il paesaggio naturale. In quegli anni sono stati realizzati scorci e inquadrature di Firenze e dintorni, entrati buon diritto a far parte dell’identità iconografica della città. Tra queste, l’opera appena restaurata, eseguita dal disegnatore e incisore Ercole Bazzicaluva, allievo di Giulio Parigi, realizzato con la tecnica del tratteggio a penna e inchiostro, datato tra il 1633 e il 1638.
L’Associazione Firenze Donna, che ogni anno offre a un museo cittadino il restauro di un’opera d’arte, ha presentato durante una serata di incontro culturale e conviviale, alla presenza di tanti illustri ospiti, questo restauro donato al museo Horne diretto da Elisabetta Nardinocchi, di cui Antonio Paolucci è presidente della Fondazione Horne. Nella sala principale del museo, dopo una breve introduzione della presidente Serena Zavataro Triglia, la direttrice del museo Elisabetta Nardinocchi ha presentato il restauro descrivendo con competenza e passione, caratteristiche, qualità e importanza del disegno oggetto del restauro, ringraziando l’Associazione per la costante vicinanza al museo, già varie volte dimostrata. La serata è poi proseguita con un’interessante conferenza-concerto dell’arpista Susanna Bertuccioli, prima arpa dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Il disegno restaurato, mostra villa La Petraia con la sua inconfondibile torre che si erge, in posizione dominante, sulle pendici di Monte Morello. La scena è animata da tre figure maschili, che si affacciano sul giardino a terrazza prospiciente la villa, e questo inserimento delle figure che animano la veduta, costituisce un forte richiamo alle opere del lorense Jaques Callot, cui il Bazzicaluva spesso si riferisce. La bellezza resa del paesaggio evidenzia una grande sensibilità artistica e mette in evidenza la maestria del particolare tratto grafico di Ercole Bazzicaluva, che alla corte medicea, oltre che un ruolo artistico, ricoprì importanti incarichi.
L’Associazione Firenze Donna si riconferma così tra le realtà più attive, oltre che tra le più prestigiose e rinomate, del panorama fiorentino e toscano. Dimostrando sempre negli anni grande cura e attenzione per il patrimonio artistico della nostra città, ha offerto a vari musei fiorentini svariati restauri, tra i quali: “La Dama del Mazzolino” del Verrocchio al museo del Bargello; il ripristino di dodici magnifiche trecentesche Coppe del Tesoro di Salisburgo al museo degli Argenti di Palazzo Pitti, oggi esposte in una apposita vetrina; il restauro del dipinto del Maestro di San Miniato dal titolo ‘Madonna con bambino e San Giovannino’ per il museo Bardini. Per il museo Stibbert i restauri conservativi della statua del Maharaja della Cavalcata Indiana, e di due collezioni di armi antiche, strumenti musicali e tendaggi d’arredo, nonché un’Asta del Restauro con i cui proventi sono stati finanziati i recuperi di varie opere custodite al museo. Per il museo Horne, le donazioni dell’Associazione hanno consentito il recupero di due busti di donna in stucco policromo di fine ‘400 e di un busto di bimbo in marmo di scuola donatelliana. E nel 2018, in occasione del trentacinquennale dell’Associazione, è stata offerta al museo Zeffirelli una copia dell’abito, oggi di proprietà del Museo della Scala, indossato da Maria Callas nell’opera di Rossini ‘Il Turco in Italia’, che oggi fa bella mostra di sé al centro della scala dedicata alla famosa cantante lirica.
Maurizio Costanzo