
Cristina Acidini
Firenze, 9 febbraio 2021 - Questo non è solo l’anno del settecentenario della morte di Dante Alighieri, ma anche quello dei 450 anni dalla morte di un altro grandissimo genio, Benvenuto Cellini. E proprio per celebrare questa ricorrenza, e ricordare la figura dell’orafo, scultore e letterato, l’Accademia delle Arti del Disegno il 13 febbraio alle ore 17 ha organizzato una diretta streaming dal titolo ‘Io son chiamato Benvenuto Cellini…’ (per partecipare: meet.google.com/dcq-rwpd-okq), che prevede una serie di autorevoli interventi pensati per accompagnare il pubblico in un percorso tra il grande artista, l’Accademia del Disegno e la Cappella di San Luca nella Santissima Annunziata.
A cominciare da quello di Cristina Acidini che verterà su ‘Il sigillo dell’Accademia e Benvenuto Cellini’, a cui seguirà l’intervento di Giorgio Bonsanti su ‘La fusione del Perseo’, quello di Alessandra Baroni su ‘La cappella dei pittori sacello degli artisti’, e in chiusura ‘La tomba degli artisti, un intervento di archeologia di emergenza’ con Davide Manetti, Alice Gerini e Silvia Gori. Cellini soggiornò con fasi alterne a Roma, dove dal 1523 al 1540 lavorò per i papi Clemente VII e Paolo III. Si trasferì poi a Parigi, ma lasciata la Francia per la volta di Firenze, realizzò il suo capolavoro assoluto, il magnifico Perseo in bronzo che ancora oggi arricchisce la Loggia dei Lanzi di piazza della Signoria. Venne calorosamente accolto dalla corte medicea, e Cosimo I de’ Medici lo elevò a scultore di corte, assicurandogli un signorile soggiorno e commissionandogli la realizzazione di due importanti sculture bronzee: il proprio busto e il gruppo del Perseo con la testa di Medusa. Il Perseo è un bronzo monumentale di oltre 5 metri per il quale furono necessari ben diciotto quintali di metallo, e raffigura l’eroe mitologico che riuscì nell’impresa di uccidere la Gorgone Medusa. Con un prezioso basamento in marmo che ospita splendidi bronzetti, e realizzata con la cura e la finezza di un’opera di oreficeria di grandi dimensioni, La scultura è un’opera dall’evidente funzione simbolico-celebrativa: così come l’eroe greco, decapitando la Gorgone, aveva riportato l’ordine e l’armonia nel mondo, allo stesso modo Cosimo I dei Medici, stroncando ogni velleità repubblicana, garantiva la pace nel proprio ducato. Tuttavia, il capolavoro celliniano è sempre stato celebrato per i suoi valori formali.
Maurizio Costanzo