ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

"Classi pollaio, cattedre vuote: da solo il vaccino non basta a curare la scuola"

L’appello dei sindacati: "Problemi ignorati". Green pass tra i banchi? Prof divisi: "Rischio abbandono". Ma c’è chi invita gli studenti a immunizzarsi

Bambini scuola

Firenze, 28 luglio 2021 -  Un ordinario caos di mezza estate. Dalle cattedre vuote in giù, passando per le classi pollaio e il sovraffollamento sui trasporti. La scuola soffre da tempo ma il vaccino, da solo, forse non basta a curare tutti i mali. A un anno di distanza poco o nulla sembra essere cambiato. E intanto la prima campanella si avvicina. È la denuncia di prof e sindacati, contrari all’idea di tornare sui banchi nelle stesse condizioni, o quasi, di un anno fa. «Nonostante tutti i nostri sforzi, da marzo a ora nulla si è mosso", tuona Emanuele Rossi, Cgil scuola. "Il vaccino è importantissimo – chiarisce – ma se parliamo solo di Green pass tra i banchi allora siamo fuori strada. Ci sono problemi strutturali più urgenti. Esempi? Le classi strapiene, di ogni età. Nulla è stato fatto per assicurare un vero distanziamento". Rossi elenca una a una le promesse cadute nel vuoto. "Nulla è stato pensato per l’edilizia scolastica, anche nel medio periodo, per creare ambienti non dico innovativi ma perlomeno adeguati". E ancora: "Nulla è stato fatto sui trasporti per creare percorsi rinforzati. Mi pare che il governo adesso si sta muovendo nella logica del risparmio, ma non siamo nella condizione di abbassare la guardia". Distanziamento e obbligo di mascherine dovrebbero essere confermati come cardini del nuovo protocollo di sicurezza per il rientro a settembre. "Di fatto, un altro anno è trascorso invano – lamenta Claudio Gaudio, Cisl scuola – Noi chiedevamo di evitare le classi pollaio, di rendere le aule più fruibili, di garantire il distanziamento con spazi adeguati, di stabilizzare i docenti precari. E invece niente, tutto fermo da tempo, come per i trasporti".

Di diverso rispetto a un anno fa ci sono però i vaccini. "Una variabile positiva ma ancora non risolutiva – continua Gaudio –. Nei mesi scorsi siamo arrivati ad avere l’80% dei docenti vaccinati, ma questa percentuale è cresciuta perché tra coloro che inizialmente avevano declinato molti si sono poi immunizzati sfruttando i requisiti di età. Certo, il balletto su AstraZeneca non ha aiutato per nulla". Anche tra i docenti non mancano gli scettici del Green pass, se inteso come obbligo per sedere tra i banchi. "Il vaccino non è la cura principale per la scuola – attacca Clementina Addorisio, insegnante alla primaria La Pira dell’istituto comprensivo ’Le Cure’ –. Nessuno di noi è scienziato o virologo, però mi pare che non si parli dei problemi reali che da tempo affliggono la scuola". Si torna sempre lì. "Al liceo scientifico Castelnuovo, ad esempio, una classe ripartirà con 29 ragazzi. E i docenti non ci sono, con carenze preoccupanti soprattutto per gli insegnanti di sostegno". Addorisio evidenzia le possibili conseguenze dell’obbligo vaccinale per gli studenti: "Io sono vaccinata ma credo nella libera scelta individuale. Con l’introduzione dell’obbligo si rischiano casi di abbandono scolastico o numeri pesanti di assenze, soprattutto all’inizio dell’anno".

Una parola , tre lettere, un incubo ricorrente. Con l’incognita varianti, la dad resta una minaccia. "Significherebbe perdere un altro anno di apprendimento – osserva Maria Rosaria Tangocci, prof del liceo Galieo –. L’ultimo anno scolastico non è stato un totale disarmo ma questa modalità di scuola è decisamente penalizzante, specie se viene ripetuta per il terzo anno di fila". Anche per questo per Tangocci il vaccino ha un’importanza strategica: "Alcuni di noi docenti, spontaneamente e secondo la propria sensibilità, prima della fine dell’anno hanno invitato gli alunni delle proprie classi a vaccinarsi, in modo del tutto informale. Non esiste nessuna indicazione ufficiale della scuola in tal senso, ovviamente. Ma molti di noi si sono sentiti di dare questo consiglio. E gli studenti hanno recepito".