Che cosa fare a Firenze e in Toscana nel weekend: ecco le Giornate Fai di primavera

Chiese, palazzi e giardini. Tutti i luoghi segreti non aperti al pubblico

La riserva naturale di Cornocchia a Siena

La riserva naturale di Cornocchia a Siena

Firenze, 22 marzo 2024 – Che cosa fare questo weekend a Firenze e in Toscana? per questo fine settimana non ci sono dubbi, sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro paese. Un’esclusiva opportunità di scoprire una Toscana meno nota, di luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi città ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia raccontano la nostra cultura millenaria. 

Ecco alcune delle aperture più interessanti in Toscana:

Firenze

Arezzo

Pisa

Prato

Pistoia

Massa

Livorno

Tutti i luoghi in Toscana

FIRENZE

Palazzo Marucelli Fenzi

Sorge su via San Gallo, strada di collegamento fra il borgo di San Lorenzo e porta San Gallo, nell’area scelta dalle più importanti famiglie fiorentine del XV secolo per celebrare le proprie glorie attraverso magnifici palazzi; prima fra tutte, quella dei Medici. La sua costruzione risale agli anni Trenta del 600, su commissione della famiglia Castelli e progetto dell’architetto Gherardo Silvani. Alla metà del XVII secolo il palazzo passò nelle mani dei Marucelli che lo ampliarono, dotandolo inoltre della famosa biblioteca la cui ala fu progettata da Alessandro Dori. Con la morte dell'ultimo erede il palazzo andò prima ai Brunaccini e poi al famoso imprenditore Emanuele Fenzi che lo dotò di un salone per feste e di una scala monumentale. Dal 1971 il palazzo è di proprietà dell'Università di Firenze. Ai visitatori verrà proposto un percorso di visita che si svilupperà dagli appartamenti monumentali del piano terreno, con la Sala d'Ercole, la Sala della Giovinezza al bivio e quella dell'Amore punito, con i sublimi affreschi di Sebastiano Ricci e gli stucchi di Giovanni Baratta fino a raggiungere il piano nobile tramite lo scalone monumentale per accedere alla sala da ballo, oggi aula Magna del Dipartimento SAGAS.

AREZZO

Palazzi storici al servizio dei cittadini

L’itinerario di Giornate FAI ad Arezzo, prevede l’apertura di alcuni palazzi storici di pregio. Come Palazzo Pretorio, attuale sede della Biblioteca Città di Arezzo, nato dall'accorpamento di palazzi duecenteschi appartenuti alle famiglie guelfe aretine Albergotti, Lodomeri e Sassoli. Dal 1600 al 1926 i suoi locali furono utilizzati con la funzione di carcere, e dopo un notevole intervento di restauro divenne sede del Museo medievale e della Pinacoteca e dal 1959 ospita la biblioteca.

Palazzo Camaiani Albergotti, sede attuale dell'Archivio di Stato e Palazzo delle Poste, è un imponente e rappresentativo edificio in via G. Monaco, uno degli assi principali della città, ed è formato dalla fusione di edifici appartenenti a famiglie della nobiltà aretina di parte guelfa e risalenti al Trecento. Ampiamente rimaneggiato in età rinascimentale, l’edificio fu restaurato all'inizio del Novecento, epoca cui risalgono le decorazioni di Galileo Chini e la creazione dell'ingresso da Via degli Albergotti, da cui si accede alle sale dell'Archivio di Stato.

La realizzazione del Palazzo delle Poste fu invece ideata all'inizio di questo secolo e portata a termine alla fine degli anni Venti. Di impianto rettangolare, con torretta poligonale posta a cerniera tra il fronte principale e il fronte laterale, la sua caratterizzazione in chiave neo-rinascimentale è evidente nel perimetro e nel rivestimento dei fronti, esteso sia all'intero piano terreno che al primo piano del settore centrale.

PISA

Kinzica, Ubaldesca e Bona, tre donne in San Martino

Il quartiere di Kinzica, a sud dell'Arno, viene compreso nella cerchia di mura che dal 1155 testimonia lo sviluppo urbano di Pisa. Vi si possono ammirare le Chiese di San Martino, legata al culto di Santa Bona, di San Sepolcro e quella di Santa Ubaldesca, nonché la statua romana in cui si può riconoscere Kinzica, leggendaria fanciulla che salvò Pisa dal pirata Musetto. Ed è proprio alla scoperta di queste tre donne straordinarie che è dedicato l’itinerario pisano delle Giornate FAI: Santa Bona si distinse per i suoi numerosi pellegrinaggi, Ubaldesca divenne il modello della santa gerosolimitana, dedita alla assistenza e alla cura dei bisognosi, infine Kinzica incarnò l'eroina salvatrice dagli attacchi dei Saraceni. Le chiese di San Martino e San Sepolcro vennero costruite nel momento di massima espansione di Pisa: la prima è attestata a partire dal 1067, la seconda dal 1113. San Martino fu ricostruita interamente nel Trecento dalla famiglia Gherardesca, per essere quindi affidata alle monache clarisse fino al 1786, quando, con le soppressioni, fu posta sotto il Conservatorio di Sant'Anna. Ricca di opere d'arte, non è normalmente visitabile in quanto in restauro. San Sepolcro fu costruita per trasferire in occidente l'immagine di Gerusalemme con monumenti che la ricordassero attraverso la dedicazione - Santo Sepolcro - e la forma ottagonale della pianta centrale. La statua di Kinzica è un marmo romano di riuso inserito in un palazzo composto da due case torri del Duecento; la mensola su cui poggia serviva a sostenere le parti lignee.

PRATO

Il Fabbricone: la fabbrica e il teatro

Il Fabbricone si trova su via Bologna, in una zona attualmente molto edificata, e rappresenta uno degli ultimi caposaldi produttivi dell'area, capace di conservare nel tempo i segni della sua vocazione produttiva. Negli spazi del teatro Fabbricone e del Fabbrichino il regista Luca Ronconi inaugurò nel 1974 il suo “Laboratorio”, rivoluzionando il concetto di teatro attraverso il coinvolgimento dello spettatore. Il Fabbrichino è rimasto “spazio prove” fino al 2002, quando divenne la sede della compagnia TPO qui trasferita dal teatro Santa Caterina. Il complesso di cui fa parte il teatro è sorto con i grandi reparti produttivi (con copertura a shed), per essere poi consistentemente ampliato con i nuovi edifici in calcestruzzo negli anni tra il 1934 e il ‘54. L'ampliamento rimase ancora in gran parte caratterizzato da coperture a shed, mentre l'adozione del calcestruzzo diede luogo a un esempio elegante di struttura snella e priva della smisurata serie di colonnine in ghisa che caratterizzavano i suoi antenati. In particolare si differenziano rispetto al nuovo complesso le due strutture che accolgono il teatro e che vedono l'adozione della copertura “a volta”, che diverrà negli anni successivi dominante nell'architettura produttiva pratese, per via del costo vantaggioso, la maggiore altezza e una disposizione planimetrica totalmente priva di pilastri intermedi tra le murature perimetrali. Attualmente sede di attività produttive in buona parte svolte dal lanificio F.lli Balli, gli edifici del Fabbricone sono raramente aperti al pubblico, in primo luogo per motivi di sicurezza. Si tratta forse del più rappresentativo esempio cittadino di archeologia industriale, sia per le dimensioni, sia per la tipologia e le qualità dei componenti architettonici, sia per le originarie caratteristiche di lavorazione a “ciclo completo”.

PISTOIA

Palazzo Reali Vannucci

Palazzo Reali Vannucci, in passato Palazzo Celli, si trova nel cuore del centro storico di Pistoia, in un’area già viva e produttiva in epoca medievale, caratterizzata da casamenti di piccole dimensioni destinate a uso popolare. Già nel secolo successivo tali abitazioni vennero acquistate o modificate da famiglie nobili che ne fecero le proprie abitazioni. Il Palazzo nacque probabilmente intorno alla metà del XVII per volere della famiglia Celli; sicuramente è presente nel 1658 poiché è possibile scorgerlo nella pianta di Pistoia di Francesco Leoncini realizzata in tale data. Palazzo Celli fu poi ornato e modificato nel corso del Settecento e ancora oggi mantiene la sua immagine antica. L'attuale aspetto di Palazzo Reali Vannucci risale ai rinnovamenti Settecenteschi, e si sviluppa su tre piani sormontati da un verone aperto. Diviso in saloni e stanze di servizio ai vari piani, l'interno è decorato con fasti di stucco e pitture classicheggianti, il cui stile richiama i lavori settecenteschi realizzati presso la Biblioteca Fabroniana e l'Oratorio dei Filippini. Edificio privato, mai aperto al pubblico, il palazzo è uno scrigno di arte e architettura. Le visite dedicate ai soli iscritti FAI condurranno alla scoperta della storia delle famiglie che lo costruirono, dei toponimi del tessuto urbano circostante e della bellezza che racchiude e lo collega agli altri edifici storici adiacenti.

MASSA

Rifugio antiaereo della Martana

I rifugi antiaerei sono strutture adibite alla protezione della popolazione civile e del personale militare da bombardamenti aerei nemici. In Italia, si sono sviluppati principalmente durante la seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti strategici sulle città venivano effettuati pressoché quotidianamente. Venivano creati nei sotterranei dei palazzi ed erano indicati all'esterno da una R, che ne indicava la presenza in maniera chiara a tutta la cittadinanza. Il Rifugio antiaereo della Martana, situato nel centro storico della città di Massa, è il più grande ricovero antiaereo costruito nella provincia, capace di ospitare migliaia di persone. Venne realizzato in circa un anno di lavoro tra il 1942 e il 1943 da minatori veneti provenienti da Belluno. Dopo l'ordine di sfollamento della città emanato a settembre 1944 dal comando militare tedesco, il rifugio venne occupato dalle truppe naziste che vi installarono cucine da campo acquartierandovi i propri soldati impegnati nel presidio della Linea Gotica. Dopo la fine della guerra, il rifugio rimase chiuso per sessant'anni venendo recuperato con finalità nel 2006. Ripercorrere le fredde e spettrali gallerie di questo luogo sarà un'opportunità unica per immedesimarsi con emozioni e stati d’animo della popolazione durante gli attacchi aerei; le fotografie e le video interviste proiettate all'inizio della visita racconteranno l'esperienza della guerra dal punto di vista di chi l'ha vissuta.

LIVORNO

Azienda Kayser

L'azienda Kayser Italia s.r.l. sorge in una zona di campagna a circa 12 km dal centro di Livorno. L'edificio venne costruito nel 1965 come sede dell'azienda BARCAS s.a.s. - Confezioni per signora e dai primi anni 2000 la Kayser Italia ne ha rilevato la proprietà, ristrutturando l'immobile e stabilendovi la propria sede. Dal 1986 l’azienda si occupa di progettazione, produzione, collaudo e assistenza di sistemi per la ricerca aerospaziale, sistemi e sottosistemi satellitari, sistemi avionici per la difesa. Kayser Italia è inoltre leader a livello europeo nello sviluppo di apparati elettrici/elettronici e meccanici per attività di ricerca e sperimentazione in campo aerospaziale, e nello sviluppo di equipaggiamenti e payload per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e per sistemi satellitari. A oggi, ha partecipato a più di 65 missioni spaziali con oltre 100 payloads sviluppati, tutti completati con pieno successo. Il suo staff è composto da 60 tecnici specializzati, con esperienza in elettronica, aeronautica, meccanica, termodinamica, fisica, informatica, ottica, biologia molecolare e biotecnologie, il cui talento ha consentito la partecipazione dell'azienda a molti programmi dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI). I payload sviluppati da Kayser Italia hanno volato sulle capsule russe Bion, Foton, Progress e Soyuz, sul sistema di trasporto Shuttle (STS), sul modulo HTV giapponese, sulla Shenzhou-8 cinese, sul modulo ATV europeo e sulla ISS. L'azienda è attiva anche nel settore della difesa, in attività di progettazione, sviluppo e produzione di avionica. Normalmente non visitabile, la sede si potrà visitare eccezionalmente durante le Giornate FAI di Primavera.