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Firmato oggi a Roma l’accordo ANBI-LIPU: anche il Consorzio Alto Valdarno in prima linea per coniugare sicurezza idraulica e tutela dell’avifauna

Sui corsi d’acqua la manutenzione è sempre più green. Gli interventi per la riduzione del rischio idraulico infatti diventano una strategia per integrazione prevenzione e tutela della biodiversità

fauna

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Arezzo, 15 aprile 2025 – Firmato oggi a Roma l’accordo ANBI-LIPU: anche il Consorzio Alto Valdarno in prima linea per coniugare sicurezza idraulica e tutela dell’avifauna

Sui corsi d’acqua la manutenzione è sempre più green. Gli interventi per la riduzione del rischio idraulico infatti diventano una strategia per integrazione prevenzione e tutela della biodiversità.

In linea con l’accordo ANBI-LIPU, sottoscritto oggi a Roma e pensato per rendere la cura dei corsi d’acqua sempre più compatibile con la protezione dell’avifauna e degli ecosistemi fluviali, il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno presenta la strategia capace di integrare prevenzione e tutela biodiversità

Lo fa cominciando dal Casentino, area pregiata dal punto di vista ambientale e paesaggistico, dove gli interventi di manutenzione per la riduzione del rischio idraulico vengono pianificati tutelando la ricca e varia avifauna e le specie vegetali che popolano le sponde.

Il progetto riguarda numerosi tratti dei principali corsi d’acqua della vallata, tra cui il fiume Arno e i torrenti Corsalone, Salutio, Staggia, Lavanzone, Talla, Fiumicello e Archiano — nei comuni di Bibbiena, Castel San Niccolò, Chiusi della Verna, Pratovecchio Stia, Talla, Castel Focognano, Poppi e Subbiano.

L’approccio adottato dai tecnici consortili si basa su buone pratiche che partono dallo studio attento e dal censimento accurato delle specie presenti sui singoli tratti.

“Nei nostri cantieri evitiamo la rimozione indiscriminata della vegetazione ripariale per mantenere habitat idonei alla fauna; i tagli vengono pianificati in modo alternato (tra le due sponde o su tratti diversi) per ridurre l’impatto sulla continuità ecologica e sulle specie nidificanti; cerchiamo di conservare le zone umide secondarie, piccole pozze d’acqua che spesso ospitano specie rare di anfibi e invertebrati fondamentali per l’ecosistema fluviale; in presenza di nidi o ovature durante i lavori, sospendiamo o traslochiamo l’intervento, minimizzando l’impatto dell’attività”, riassume l’ingegner Serena Ciofini, caposettore difesa idraulica del Consorzio.

A supporto della progettazione degli interventi programmati nel Piano delle Attività 2025 e approvato dalla Regione Toscana, il Consorzio ha affidato agli esperti Davide Ridente e Katuscia Begliomini un approfondito studio faunistico, finalizzato a censire la ricca avifauna locale.

“I rilievi hanno confermato la presenza di specie di grande valore ecologico — racconta l’ingegner Enrico Righeschi, referente del Consorzio per l’Area Casentino — tra cui il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), la Ballerina gialla (Motacilla cinerea), rapaci come la Poiana (Buteo buteo) e numerosi passeriformi legati ai boschi ripariali. Queste specie non solo arricchiscono la biodiversità locale, ma sono anche validi indicatori della qualità ambientale. Conoscerne la presenza, la distribuzione e le abitudini ci consente di intervenire in modo adeguato”.

“In un contesto sempre più esposto ai cambiamenti climatici, la manutenzione dei corsi d’acqua non può limitarsi alla sola sicurezza idraulica — spiega la Presidente del Consorzio, Serena Stefani —. La tutela degli habitat naturali è un dovere, ma anche una risorsa per la resilienza futura del territorio. Coniugare prevenzione e biodiversità è possibile, e rappresenta la strada migliore per una gestione davvero sostenibile: esattamente come indicano le linee guida appena formalizzate con l’accordo ANBI-LIPU, destinato a diventare un riferimento nazionale per la tutela dell’avifauna durante la manutenzione dei corsi d’acqua”.