ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Sanità alle corde, 300 milioni in più dal governo. Ma alla Toscana non basta

Il fondo più ricco del 7% serve per l’adeguamento contrattuale dei medici. Oltre ai 200 milioni dell’Irpef ne servono altrettanti solo per le spese vive

Firenze, 11 gennaio 2024 – Dal governo per la sanità toscana arrivano 284 milioni di euro in più alla Regione. L’iniziale assegnazione del fondo sanitario alle aziende che fanno parte del sistema pubblico aumenta. Da 6 miliardi e 972 milioni e 470mila euro si sale a 7 miliardi e 257 milioni e 318mila euro.

L’incremento c’è: circa il 7% in più. Ma non basta. Perché si tratta di un aumento vincolato. I soldi in più hanno già un destino: 220 milioni circa servono per far fronte all’incremento degli stipendi dei medici per l’adeguamento contrattuale e una cifra ancora da quantificare, probabilmente maggiore rispetto allo scorso anno, dovrà andare alle manovre da mettere in campo per l’abbattimento delle liste d’attesa.

La coperta ormai è così corta che in sanità per dare sollievo servono miliardi e non più centinaia di milioni. Basta fare due conti per accorgersi che – messi dentro i 200 milioni dell’aumento Irpef e incamerati i 300 dell’incremento del fondo sanitario nazionale – solo per far fronte alle spese insopprimibili mancano 200 milioni. Figurarsi quanti soldi distano dall’illusione di poter fare ciò che servirebbe, ovvero in primis assumere personale.

E’ per questo motivo che la Regione ha imposto una cura dimagrante a tutte le Asl e aziende ospedaliero universitarie che non potranno – nella politica di assunzioni del prossimo triennio – arrivare a coprire il personale in uscita: il saldo è negativo, mancano 400 persone.

Quali sono le voci più preoccupanti che potrebbero mandare il bilancio toscano in profondo rosso? In particolare la spesa farmaceutica. C’è stata un’impennata nell’utilizzo di farmaci innovativi, in particolare quelli immuno oncologici di nuova generazione che hanno fatto lievitare il conto di circa 90 milioni di euro. Saranno dolori anche per il pagamento delle utenze energetiche. Tolta la decurtazione dell’Iva, che dal 5% risalirà al 22%, si perde integralmente il beneficio del minor costo di gas e luce. E anzi si dovrà aggiungere a quanto già speso nel 2023 una cifra che oscilla tra i 120 e 130 milioni.

Anche l’inflazione, che mette alle corde i cittadini, colpisce le aziende sanitarie costrette a far quadrare i bilanci con un complessivo aumento di beni, servizi e materiali che si aggira, per la Toscana, sui 40-50 milioni.

Dunque l’anno che è appena cominciato non si apre con le migliori prospettive per la sanità che avrebbe bisogno di soldi oltre che di una generosa manciata di riorganizzazione del sistema.

I maggiori fondi che arrivano da Roma vengono bruciati tutti. E per ora si può dire addio alle speranze che qualcosa possa migliorare. Continuando con la politica dei tagli sarà difficile.