Firenze, 15 marzo 2022 - "All'epoca c'era la sensazione di sfidare un gigante, Davide contro Golia, i ragazzi che venivano da me avevano paura e timore". Così l'avvocato Andrea Coffari, parlando davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul Forteto, ha raccontato di come iniziò a raccogliere le prime denunce da parte delle vittime degli abusi avvenuti all'interno della comunità di Vicchio (Firenze).
"Il Forteto - ha detto - era accreditato, aveva una notevole forza economica, e loro erano persone che avevano subito tutta la vita, venivano da vicende familiari difficili e poi il Forteto aveva aggravato la loro situazione". Il fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli ha aggiunto Coffari, "era una persona di grande carisma, il Forteto funzionava come una setta, c'era impermeabilità tra il cerchio interno e il mondo esterno".
Coffari ha ricordato di aver conosciuto il Forteto attraverso l'avvocato Elena Zazzeri:"Elena mi fece conoscere Fiesoli e Goffredi che mi invitarono a cena da loro, conobbi Giuseppe Aversa che aveva da poco scritto il libro 'Ho ucciso mia madre' e lo invitai a partecipare alle riunioni del movimento dell'infanzia".
"Lui - ha proseguito Coffari nella sua relazione - venne un po' di volte e un giorno mi confidò di essere stato oggetto di attenzioni sessuali da parte del Fiesoli. Lo intervistai in modo approfondito, e dopo una lunga discussione mi convinsi che era vero". Successivamente, ha raccontato sempre l'avvocato,"Giuseppe iniziò a portarmi altri ragazzi, che mi raccontarono cose ancora più gravi di quelle che aveva subito lui". "Dopo che presentai le prime denunce - ha affermato ancora Coffari -, credo una decina, mi chiamò la procura". "Sono certo - ha ammesso - della grande forza manipolativa del Fiesoli verso il mondo esterno. Io ebbi la fortuna di incontrare Aversa, un ragazzo straordinario, se non ci fosse stato l'incontro tra me e Giuseppe oggi il Forteto sarebbe stato ancora lì".
Forteto
La comunità del Forteto viene fondata da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi nel 1977. Secondo quanto emerso dall’inchiesta e da due commissioni regionali d’inchiesta, si commisero abusi psicologici e sessuali nei confronti di bambini e disabili che erano stati dati in affidamento alla comunità dal Tribunale dei minori. La comunità nata come cooperativa agricola fondava il suo pensiero sul concetto di famiglia funzionale. Infatti, i minori accolti nella comunità venivano affidati solo nominalmente ad una coppia, ma in realtà finivano nella comunità. Quando arrivava un controllo si metteva in atto una messinscena per dare l'idea che tutto andasse bene e che gli affidati vivessero in compagnia delle coppie affidatarie all'interno della comune.
Fiesoli e Goffredi: le condanne
Nel 1978 Fiesoli e Goffredi vennero arrestati con l'accusa di abusi sessuali e atti osceni e, successivamente, rilasciati 6 mesi dopo nel giugno del '79, con il processo ancora in corso il tribunale dei minori continuò ad affidare minori alla comunità. Nel 1982 una nuova accusa e una nuova assoluzione degli imputati per insufficienza di prove. Nel 1985 arriva la condanna a 2 anni per Fiesoli e per dieci mesi a Goffredi, accuse poi confermate in Cassazione.
Nel gennaio 2011 una nuova denuncia. Dalla testimonianza di una delle vittime abusate partì un'ulteriore indagine su Fiesoli che venne arrestato il 20 dicembre 2011 e condannato a 14 anni di carcere. Sotto accusa finirono insieme a lui altri 22 membri della comunità. Il profeta, all'epoca dei fatti settantenne, era finito in carcere, ma la misura cautelare era stata attenuata dal gip Paola Belsito con la concessione degli arresti domiciliari in una casa di Rosignano Marittimo nella fase processuale. Mentre il suo braccio destro, Luigi Goffredi, morto di emorragia cerebrale nel 2020, ne usci quasi indenne grazie alla prescrizione.
La testimonianza
L'ordine di arresto del 2011 avvenne anche grazie a una testimonianza shock di una delle vittime: "Avevo compiuto 14 anni — si legge nel verbale di interrogatorio di uno dei suoi accusatori —. Dopo che sono entrato in comunità ho avuto rapporti sessuali con Fiesoli. Questi rapporti si sono susseguiti per diversi anni. Mi avvicinava e avevamo rapporti ovunque. Anche nel bagno delle camere. Ovunque. Tutto questo è successo nei primi anni al Forteto. Dai 14 ai 16,17 e anche 18 anni". Un rapporto di dipendenza anche psicologica: "Inizialmente ero ‘innamorato’ della persona di Rodolfo Fiesoli — si legge sempre nel verbale — . Davanti agli altri mi elogiava e mi faceva sentire importante agli occhi di tutti. Ero gratificato del fatto che lui avesse attenzione nei miei confronti. Nella mia famiglia precedente non avevo mai avuto affetto. Mi diceva che avere rapporti sessuali con lui mi avrebbe aiutato a togliermi la materialità di dosso e di rendermi libero dagli imbarazzi anche di tipo sessuale".