PAOLA FICHERA
Cronaca

Il nuovo Franchi, un’odissea durata anni

Da Della Valle a Commisso, sullo stadio si sono insabbiati in tanti fin dal 2008. Poi la vera svolta: i soldi in arrivo del Recovery Fund

Due miti viola: Giancarlo Antognoni e Gabriel Omar Batistuta

Firenze, 7 marzo 2022 -  Ma quanto tempo ci vuole per costruire uno stadio? A Firenze una quindicina d’anni e non è ancora detta. E non per un impianto nuovo, ma solo per un restyling di quello, bello e attempato, disegnato da Nervi. A lanciare il sasso nello stagno con l’idea di uno stadio tutto nuovo per la Fiorentina fu l’ex proprietario, l’imprenditore Diego Della Valle. Correva l’anno 2008 e lui pensava in grande: 70, 80 ettari per costruire non solo uno stadio per far giocare i viola, ma una vera e propria cittadella dedicata allo sport e alla moda. Alberghi, una via per le vetrine delle grandi firme, centri commerciali, un museo d’arte contemporanea e un parco a tema, il primo dedicato al mondo del calcio. Un sogno ad alta valenza commerciale sul quale posava la famosa ’nuvola’ il nuovo stadio progettato dall’architetto Fuksas. Il problema era dove trovare a Firenze un’area abbastanza grande.

L’unico spazio possibile era a Castello, area di proprietà della Fondiaria. Quel giorno di settembre al Four Season il primo a trasecolare fu l’allora sindaco Leonardo Domenici, ma l’idea, eccezion fatta per le colorite espressioni radiofoniche dell’assessore alla cultura dell’epoca Gozzini che ci si giocò la poltrona, piacque. Solo che da quel momento è l’inizio del caos. Domenici decide di stoppare l’approvazione del piano strutturale cittadino, lo congela per un anno, ma alla giunta fa approvare un atto di indirizzo che punta dritto su Castello, così come desiderato da Della Valle. Il sogno firmato Fuksas però si infrange in men che non si dica con l’inchiesta Fondiaria che congela tutta l’area e mette a dura prova la giunta Domenici.

Nel 2009 l’inquilino di Palazzo Vecchio cambia e arriva Matteo Renzi. La questione stadio è spinosa e all’inizio anche lui continua a puntare su Castello, i mugugni dei Della Valle, però, arrabbiati con “i rosiconi“ e una città che non sa o non vuole trovare soluzioni per la loro sospirata cittadella, lo spingono a cercare un’alternativa. Setaccia tutte le proprietà pubbliche del territorio comunale da nord a sud. A maggio del 2012 si fa preparare in gran segreto un nuovo plastico e lancia l’area Mercafir. Lo spazio è dimezzato rispetto alla richiesta e sacrifica molto la cittadella. I Della Valle non ne sono entusiasti. Così Palazzo Vecchio si arrabatta su varianti urbanistiche a tempi record e il patron della Fiorentina nicchia.

Mentre Renzi vola a Palazzo Chigi, la patata bollente tocca nel 2014 al neo eletto Dario Nardella, che allarga di 15mila metri quadrati l’area a Novoli pensando di trasferire i mercati generali anche se con un aggravio dei costi per la Fiorentina. Nel 2017 i Della Valle presentano un nuovo stadio e un nuovo plastico. Sembra fatta. Ma non è vero. A scendere in campo con un ricorso è Unipol che ha ereditato i terreni Fondiaria dove dovrebbero spostarsi i mercati generali.

Fra tira e molla si arriva al 2019 e con l’era Commisso inizia anche la bocciatura dell’area Mercafir. A giugno del 2020 La Fiorentina non partecipa all’asta per l’acquisto. E i riflettori tornano ad accendersi sul Franchi che il patron italo americano vorrebbe semplicemente abbattere. A fermare le ipotetiche ruspe è la soprintendenza fiorentina. Nel settembre 2020 è l’emendamento ’sblocca stadi’ approvato dal Parlamento all’interno del Decreto semplificazioni, con lo zampino di Renzi, a rimettere la palla al centro. A gennaio 2021 Nardella rompe gli indugi: "Ristruttureremo da soli il Franchi" e lancia il concorso internazionale. Tre mesi dopo arrivano i 95 milioni del Recovery Fund. Oggi la presentazione del progetto vincitore. Sarà la volta buona?