Firenze, 5 ottobre 2023 – Il rallentamento della Toscana nel quadro di generale decelerazione economica. E, in questo ambito, il ruolo della grande distribuzione. Sono i due temi al centro delle ricerche portate a termine da Nomisma e Irpet e presentate ieri alla Stazione Leopolda nel convegno dal titolo La Toscana e noi , organizzato nell’ambito della mostra organizzata per i 50 anni di Unicoop Firenze.
“Il generale rallentamento del 2023 – ha detto Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi di Nomisma - coinvolgerà anche la Toscana. Irpet stima un +1,1% di crescita del Pil, dopo un 2022 in cui la regione ha registrato un’espansione del Pil del +4,1%, più accentuata di quella italiana, grazie al positivo andamento del turismo. Nel 2022 i turisti che hanno visitato la regione sono stati 13 milioni, il +57% rispetto al 2021, contro il +39% nazionale. Quest’anno l’economia deve poi fare i conti con gli aumenti delle materie che impattano con forza anche sull’agroalimentare che ha, in Toscana, un peso rilevante".
Il valore delle esportazioni regionali di prodotti agroalimentari e bevande nel 2022 è stato di 3,3 miliardi e il peso sul totale dell’export regionale è di ben il 6% (primi sei mesi del 2023). Sempre secondo la ricerca, l’ondata inflattiva e il carovita hanno avuto un forte impatto sulle famiglie e sui consumi: la crescita dei prezzi negli ultimi 2 anni ha eroso il potere di acquisto degli italiani che si è ridotto di 6.700 euro pro-capite.
Nel corso dell’incontro è stato presentato anche un focus sulle tendenze di consumo in Toscana, con dati di una survey Nomisma condotta su un campione rappresentativo di consumatori toscani e nazionali a settembre 2023. Dall’indagine, illustrata da Paola Piccioni di Nomisma, emerge che i consumatori toscani sono molto attenti a due aspetti: la provenienza toscana e la sostenibilità dei prodotti. Rispetto alla media italiana, i toscani mostrano più propensione ad acquistare alimenti e bevande della propria regione, con l’intenzione, in primis, di sostenere le produzioni e l’economia del territorio: il 39% dei consumatori li acquista quotidianamente a fronte di un 30% a livello nazionale. A conferma di ciò, oltre ai prodotti freschi (frutta, verdura e carne), sono proprio i prodotti tipici dell’agroalimentare toscano quelli per i quali il consumatore toscano ricerca l’origine locale, a partire da olio extra-vergine di oliva, formaggi, salumi e vino. L’altro elemento di attenzione dei consumatori toscani è la sostenibilità: il 53% dei toscani si dichiara disposto a pagare di più per avere prodotti rispettosi dell’ambiente.
Secondo l’indagine, per i toscani la sostenibilità di un prodotto alimentare non riguarda solo l’ambiente, ma anche l’ambito economico e sociale. "In questo contesto – è stato spiegato - la grande distribuzione organizzata può giocare un ruolo fondamentale per uno sviluppo più sostenibile, non solo aumentando l’offerta di prodotti sostenibili (ne è convinto il 44% dei consumatori), ma privilegiando i rapporti con imprese agricole e fornitori che adottano pratiche sostenibili (41%) e proponendo sconti e offerte riservati ai prodotti a basso impatto ambientale (40%)".