Vichi Quando tornò nel salottino, Friedrich non si era ancora seduto. Elvira gli porse il bicchiere, e il giovanotto lo mandò giù tutto di un fiato. “Krazie…” disse, e dopo un secondo di indecisione appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolino. “Prego, si accomodi.” Elvira si sedette in una poltroncina, per incoraggiare il ragazzo a fare lo stesso. Le sembrava di tremare leggermente. Finalmente Friedrich si sedette piano piano sul divanetto di fronte a lei, di là dal tavolino, e rimase con la schiena dritta, le mani sulle gambe. Sembrava di fronte alla corte marziale. “Dunque… Io… Voi Elvira… sposa di Armando Marchetti?” chiese, sottovoce. Elvira si morse le labbra. “Ma lei… come fa a sapere…” “Ecco… Io avrei… no, scusi… avere conosciuto… suo sposo…” “Cosa?” Elvira ebbe quasi un mancamento. “Sì… io conosciuto… Armando…” “Dio mio… Ma quando?” “Guerra… anno ’17, dopo il Caporetto…” disse Friedrich. “Madonnina Santa…” bisbigliò Elvira, con il cuore che le batteva svelto. Pensò che aveva davanti un austriaco, uno dei nemici dell’Italia nella guerra di pochi anni prima… e quel ragazzo aveva conosciuto suo marito… Forse lui sapeva dirle com’è che Armando era morto? Il ragazzo austriaco aveva gli occhi tristi. “Io sapere che… lui… non tornato vivo…” “Sì, non è tornato… purtroppo no… Ma lei come… come ha fatto a conoscere Armando? Eravate… nemici…” Le mancava un po’ il respiro, e le tremava la voce. “Io… Io… Visto due volte Armando… Prima volta… Una giornata strana… Ultimo giorno di anno… Successo che…” cominciò Friedrich, ma la voce gli si strozzò in gola, e gli occhi gli si riempirono di lacrime… “Con calma… la prego… mi racconti… mi racconti tutto…” disse lei, con tenerezza. Il ragazzo prese fiato. “Ich… Io… conosciuto un giorno che tutti usciti da trincea per bere insieme… Ultimo giorno di anno… Lui simpatico… parlava uno poco mia lingua, io poco sua lingua, poi con gesti… lui detto che venire di Firenze… Io non conoscere Firenze Lui detto che devo andare, dopo finito guerra vieni… Firenze essere bella… Poi io chiedere nome e lui detto me… e io mio nome a lui… e poi lui parlare di te, fatto vedere foto di te… baciava fotografia…” Non era vero, stava inventando… Quella mattina i soldati italiani erano arrivati dalle loro trincee urlando e correndo per cercare di conquistare la postazione del nemico, e subito dopo quel duro scontro a fuoco Friedrich si era ritrovato a vagare nella nebbia… Gli austriaci se n’erano accorti all’alba, che gli italiani stavano per attaccare, perché come ogni volta prima di un assalto, arrivava un forte puzzo di grappa… E così si erano preparati a dovere, erano riusciti a sventare l’assalto e poi avevano inseguito gli italiani verso la loro trincea… A un tratto si erano trovati tutti in mezzo alla nebbia fitta, calata all’improvviso in mezzo a quella landa dimenticata da Dio e infestata di uomini che si sparavano addosso senza conoscersi e odiarsi… Friedrich si muoveva sulla neve in mezzo a quella coltre di nebbia, senza vedere nulla, e ogni tanto sbatteva quasi il naso contro uno dei tanti alberi neri e nudi che popolavano quella landa… A poco a poco la nebbia cominciò a diradarsi, e a un tratto Friedrich si era trovato pochi passi da un uomo in divisa che se ne stava appoggiato a un albero… Ci aveva messo meno di un secondo a capire che era un italiano, e quando aveva visto che il soldato stava infilando una mano nella tasca, per paura di essere ucciso aveva fatto un balzo in avanti con il coltello in mano e glielo aveva piantato nel petto… Lo aveva visto crollare a terra… Subito dopo si era accorto che l’italiano voleva soltanto prendere la fiaschetta della grappa… Aveva ucciso un uomo che stava per bere un sorso di grappa, e magari gliela avrebbe anche offerta, come era accaduto qualche giorno prima a un suo commilitone che si era perduto tra quegli alberi… Friedrich era rimasto con il coltello in mano, pieno di sangue, senza quasi riuscire a respirare… Poi aveva cercato di soccorrere l’italiano, ma aveva capito che c’era poco da fare… quel povero soldato italiano aveva lo sguardo incredulo… Friedrich lo fissava negli occhi, incapace di muoversi, borbottando di continuo porca guerra porca guerra porca guerra… L’italiano soffriva e buttava sangue dalla bocca e dal naso… se n’era andato dopo pochi minuti, rantolando… Friedrich aveva pianto di rabbia e disperazione… 2-continua
CronacaFriedrich l’aspettava in piedi. Ma tremava come una foglia