Firenze, 25 giugno 2024 – Sara Funaro, prima sindaca di Firenze, è al capolinea di una cavalcata durata nove mesi. Eppure sembra pronta a ricominciare daccapo per la vera sfida, guidare il capoluogo toscano. "Sento insieme un’emozione immensa e il peso della responsabilità, quasi mi tremano le gambe”.
Chi l’ha chiamata?
"Eike Schmidt, il mio avversario, alla fine anche lui ci ha messo passione. Elly Schlein che mi ha sostenuta, le ho detto che questa non è la vittoria di Sara ma il successo di un’intera comunità. Dario Nardella era con me, devo ringraziarlo, è stato una valida spalla. E poi Romano Prodi che spero di ospitare presto a Firenze”.
Matteo Renzi si è fatto sentire?
“No, ma ho 1120 messaggi ancora da leggere”.
A settembre presentò il libro ’La candidata vincente’, non era ancora in campo però...
“Fu l’inizio di un percorso e mi ha portato fortuna (ride)”.
Lei ha vinto, la politica ha perso: solo il 47% dei fiorentini sono andati alle urne...
"E’ un problema diffuso a livello nazionale da affrontare. Da oggi sono la sindaca di tutti e il mio compito sarà anche quello di riavvicinare le persone alla politica, facendole sentire partecipi delle scelte”.
Partiva avvantaggiata, c’è stato un momento in cui ha pensato al ribaltone?
"Al ribaltone no, ma quando uscì il sondaggio che mi dava al 40% con pochi punti di distacco dal candidato del centrodestra ho avvertito un po’ di difficoltà. C’erano tante candidature in campo, un clima complesso e ho pensato che la partita fosse difficile”.
Ma non si è fatta tentare da qualche accordo...
“Eravamo tutti in corsa, l’obiettivo a quel punto è stato quello di parlare ancora più in mezzo alla gente. Il 43% al primo turno non era scontato”.
Ma non vincere al primo turno è figlio di cosa?
"Con tutte quelle candidature nel campo del centrosinistra, vincere al primo turno era impossibile ma i cittadini la loro indicazione l’hanno pur data”.
Cioè di non andare a destra?
"Esatto”.
Iv, Cecilia Del Re: la sinistra si è spaccata. C’è spazio per ricucire?
"Spero che l’obiettivo di tutti, anche di chi non è in maggioranza, sia quello di fare il bene della città. Io sono sempre stata donna di dialogo e continuerò ad esserlo”.
Il centrodestra, ma anche Iv e Firenze Democratica hanno intercettato un malcontento. Come intende intervenire per sanare una distanza tra lei e gli elettori che non l’hanno scelta?
"Schmidt ha intercettato l’elettorato di centrodestra che è sempre lo stesso, come all’epoca di Galli contro Renzi. E’ la dimostrazione che una città non si conquista con le battaglie sui no ma con una visione, un progetto, competenza e passione. E questo lo dico al di là del malcontento che deve essere gestito. Lo farò per trasformare quel disagio in progetti di rinnovamento”.
Che avversario è stato l’ex direttore degli Uffizi?
"A fasi alterne: a tratti un avversario, in altri la sua dialettica ha sconfinato sul piano personale e non mi è piaciuto. Meglio ragionare, ed eventualmente scontrarsi sui temi”.
Ha detto che sarà a capo dell’opposizione in Comune...
"Mi auguro che da domani ci sia una posizione costruttiva nell’interesse generale”.
Lei vive da mesi sotto scorta, decisa dalla prefettura per la sua incolumità personale per la questione ebraica. E’ difficile stare in mezzo alla gente con persone che devono proteggerla?
"E’ una questione delicata. Sono sempre stata una donna libera, ed è stato complicato. Non è stata una mia scelta, ma quando vengono prese queste decisioni si ha il dovere di rispettarle. Devo ringraziare i ragazzi che mi accompagnano: cercano di lasciarmi spazio nonostante il loro compito. A vivere sotto scorta non ci si abitua ma avere intorno persone così piacevoli rende questa situazione più leggera”.
Ha paura?
"Mai. Forse perché sono sempre stata un’incosciente”.
La prima cosa che farà?
"Andare a trovare due centenari: si sono fatti promettere che sarei andata da loro con la fascia”.
Un gesto simbolico e il primo atto alla guida dell'amministrazione?
"In una città in trasformazione sul fronte del commercio la mia priorità è mettermi intorno ad un tavolo con le associazioni del commercio. La nostra idea è limitare alcune categorie merceologiche (cibo da asporto per esempio) anche fuori dall’area Unesco”.
Ha dedicato la vittoria a suo nonno Piero Bargellini, il sindaco dell’alluvione. Se lui fosse qui oggi cosa le direbbe?
"Chi te l’ha fatto fare. E poi di amare Firenze più di quanto l’abbia fatto lui. Questa sì che è un’impresa impossibile, ma sono le battaglie più belle”.