Firenze, 3 ottobre 2024 – Arriva l’autunno, i boschi cominciano a tingersi di giallo e spuntano i funghi. Sui social spopolano foto di ceste colme di porcini e ovoli, di fumanti piattate di polenta con i galletti e tagliatelle ai pinaroli, e già c’è chi trova le trombe di morto da essiccare per fare il tartufo dei poveri; e questo settembre 2024 si sta rivelando un mese generoso come non se ne vedevano da anni. Fortuna o clima munifico? Ne parliamo con Andrea Cibecchini, micologo esperto dell’Unità funzionale Produzioni primarie vegetali e raccolta prodotti selvatici (ex Micologia) di Asl Toscana Centro.
Dottore, perché quest’anno c'è stata questa esplosione di funghi in Toscana? È stata solo la pioggia?
"Ci sono delle annate in cui abbiamo avuto una produzione memorabile, mi ricordo il 2010 è stato un anno indimenticabile. Certo molto dipende dalle condizioni climatiche: la pioggia arrivata abbondante e precoce dopo un agosto molto caldo, ha dato via alla replicazione dei macromiceti. Si sono create condizioni favorevoli".
Di oggi la notizia di un porcino albino in Garfagnana, è davvero una rarità?
"È la condizione dell’albinismo a essere abbastanza rara, ma in natura esiste, come per tutte le specie viventi; ma a livello biologico è un ‘Boletus edulis’ comune, che ha una depigmentazione. Dal punto di vista della commestibilità non cambia nulla, è sostanzialmente identico agli altri porcini: ovviamente la commestibilità va valutata per qualsiasi fungo in base allo stato di conservazione. Certo, potrebbe non essersi pigmentato perché è cresciuto coperto dalle foglie e questo è un fenomeno più frequente; non entro nel merito se sia questo il caso perché dovrei vederlo".
È vero che se si trova un fungo raro in un posto poi ce lo ritroviamo sempre?
«I funghi rari li trovano li studiosi che vanno a classificare le specie, per i comuni cercatori che vanno alla ricerca di quelle 4-5 specie, per uno raro potrebbe essere un fungo che per altri è comune e viceversa. Anche per i micologi a volte è difficile definire un fungo come raro, perché siamo esperti di riconoscimento e non tassonomisti».
Quali sono i più pregevoli da trovare in Toscana?
"I funghi considerati migliori non sono affatto rari e sono sempre i soliti: Boletus edulis, e relativo gruppo, il porcino, in realtà sono quattro specie diverse; e l’Amanita caesarea, ovvero l’ovolo. I nostri cari porcini, che quest’anno sono particolarmente abbondanti, sono molto pregevoli e crescono dal livello del mare fino alla montagna, comuni da trovare in diversi habitat".
Ci sono zone più indicate dove cercare?
"In Toscana siamo fortunati: la nostra regione ha una superficie boscata tra le più estese rispetto all'area, il 50%. Questo fa sì che crescano quasi tutti i tipi di piante simbionti. Ricordiamoci che i funghi crescono principalmente dove ci sono delle piante simbiotiche. I porcini ne hanno tante: Boletus edulis è praticamente ubiquitario, ovvero può crescere un po’ dappertutto, più frequente con le conifere, ma anche a anche con i castagni, le querce, le betulle etc. Altre specie crescono con una sola specie di pianta. Quindi non esiste la zona più indicata in generale, ma il terreno e la tipologia di bosco più adatte al nostro tipo di ricerca. Inoltre è vero che crescono dal Pratomagno alla Maremma, dalle nostre colline fiorentine alla Lunigiana… però dipende tutto dai periodi e vicino al mare la crescita è più ritardata che in altura".
Meglio non rischiare: se si hanno dubbi in Asl mettete a disposizione degli sportelli…
"Quest’anno per la prima volta gli sportelli micologici dell’Asl Toscana centro, aperti da al pubblico da settembre a dicembre (o anche in altre stagioni previa appuntamento), raddoppiano il servizio per far fronte al sempre maggior afflusso: oltre alla mattina, avranno anche infatti aperture pomeridiane; gli orari nel dettaglio si possono consultare sul sito. Il servizio è gratuito".
"Con l’occasione si fa presente che, nei casi di sospetta intossicazione da funghi, è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio medico o al servizio di Guardia medica e, nelle situazioni più gravi, direttamente al Pronto soccorso – interviene la dottoressa Guendalina Allodi, medico igienista, direttore dell’Ufs Produzioni primarie vegetali e Raccolta dei prodotti selvatici – È fondamentale aver cura di portare con sé gli avanzi del pasto e dei funghi consumati, insieme ai residui della pulitura dei funghi, per facilitare il lavoro di identificazione della specie fungina da parte del micologo e permettere di conseguenza ai medici di impostare la terapia più adeguata. Non devono essere prese in nessun caso iniziative terapeutiche del tipo fai da te".